ROMA (ITALPRESS) – Con un pensiero agli studenti provenienti dalle zone colpite dal terremoto in Turchia e Siria si è aperta la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico della sede romana dell’Università Cattolica. “Parlare di ‘policlinico universitariò non significa apporre una etichetta, ma esprimere l’essenza di un progetto culturale e ideale la cui missione è quella di mettere scienza e assistenza sanitaria a disposizione di tutti, offrendo un servizio autenticamente pubblico, che purtroppo non di rado viene frainteso in ragione di una riduttiva e formalistica rappresentazione del Gemelli come ‘erogatore privatò di prestazioni sanitarie – ha detto il rettore, Franco Anelli -. Una descrizione che tradisce la nostra identità e il nostro concreto operare e ci accomuna indebitamente a soggetti che si muovono in una logica no profit, pienamente legittima, ma che non ci appartiene”.
“La realtà dell’università è una macchina pensata per generare domande; per non appagarsi delle risposte; per educare persone capaci di formulare sempre nuovi interrogativi. E per essere continuamente attratti, sedotti dalla volontà di comprendere”, ha sottolineato Anelli, spiegando che “al di là dei mutamenti epistemologici della scienza medica mi sembra che siano due i parametri che troviamo sempre come riferimento strutturale alla sua applicazione quotidiana. All’inizio, per così dire, della ricerca c’è l’uomo, l’altra costante, ed è ciò che dà senso e significato ai nostri sforzi, che dà forma alla conoscenza è di nuovo l’uomo. C’è, infatti, un dato insopprimibile, una verità dalla quale la ricerca medica in particolare non sfugge: l’umanità del paziente”.
La cerimonia è stata preceduta dalla celebrazione della Santa Messa, presieduta dal Cardinale Josè Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, e concelebrata da S. E. Monsignor Claudio Giuliodori, assistente Ecclesiastico generale dell’Ateneo, presso la Chiesa Centrale della Sede.
Il ministro della Salute, Orazio Schillaci ha ricordato che “oggi siamo impegnati a fronteggiare l’emergenza dei medici, una criticità che deriva da lontano, da una programmazione miope del numero di accessi alla Facoltà di Medicina che non rispondeva alle reali esigenze del Paese. Solo fino a 2-3 anni fa venivano ammessi per anno tra gli 8 e i 10 mila candidati alla Facoltà di Medicina, eppure ricordo che già dieci anni fa la conferenza dei presidi delle facoltà di medicina chiedeva insistentemente di portare a 12 mila il numero di studenti che potevano accedere alla facoltà di medicina. Una richiesta rimasta inascoltata. Per trovare una soluzione in tempi celeri è stato istituito presso il ministero dell’Università un gruppo di lavoro che ha il compito di definire il fabbisogno dei medici ed adeguare le capacità e l’offerta potenziale del sistema universitario. Abbiamo compreso che nessuna innovazione tecnologica, per quanto indispensabile e necessaria, potrà mai sostituire la leva essenziale del nostro Servizio Sanitario Nazionale: il capitale umano”.
Due le facoltà, nove i dipartimenti, 24 centri di ricerca, 40 corsi di laurea, 54 scuole di specializzazione, 5.852 gli iscritti, sono i numeri della sede universitaria romana.
– foto xc3/Italpress –
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