ROMA (ITALPRESS) – La polmonite è un’infiammazione acuta del tessuto polmonare causata principalmente da un’infezione che può interessare uno o entrambi i polmoni. La malattia colpisce l’interstizio e gli alveoli polmonari, minuscole camere d’aria all’interno delle quali avviene lo scambio di ossigeno e anidride carbonica. In presenza di polmonite, gli alveoli si riempiono di pus o liquido, rendendo difficile la respirazione e riducendo l’ossigenazione. In Italia la polmonite è una delle cause più comuni di infezione delle vie respiratorie, l’incidenza è maggiore in inverno e tra bambini, anziani e persone con malattie croniche. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, ogni anno si registrano tra i 100.000 e 150.000 casi di polmonite. In generale, la mortalità per polmonite è stimata intorno all’1%-2% nella popolazione generale, ma può salire fino al 5%-10% nei soggetti a rischio. Sono questi alcuni dei temi trattati da Stefano Centanni, professore ordinario di malattie dell’apparato respiratorio presso l’Università degli studi di Milano e direttore della unità operativa complessa di pneumologia presso la ASST- Santi Paolo e Carlo, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“La scorsa primavera e l’estate appena passata c’è stato un incremento dei casi di polmonite, legati verosimilmente alle condizioni climatiche – ha esordito – Dopo il Covid ai sintomi respiratori si fa molta più attenzione, mentre in passato un pò di febbre e tosse passavano inosservati, ora tutti sono più attenti, anche i medici. Le polmoniti gravi sono sempre state riconosciute Ma qualche volta vedi una lastra con qualche cicatrice di una polmonite che il paziente non ha mai saputo di aver avuto”. “Le polmoniti non colpiscono solo bambini, anziani o deboli, ma anche giovani atleti – ha spiegato Centanni – A livello clinico scompaiono sintomi come febbre e tosse, poi pian piano tramite gli esami del sangue si verifica la guarigione”. C’è una distinzione interna alle polmoniti, che si distinguono tra tipiche e atipiche: “Non tutte le polmoniti sono infettive, alcune sono dovute e motivi immunologici o a radiazioni. Per quanto riguarda quelle infettive, ci sono quelle tipiche e quelle atipiche – ha sottolineato – Quelle tipiche portano febbre alta, brividi, tosse, un pò di dolore al torace. Si chiamano tipiche perchè colpiscono l’alveolo del polmone, hanno origine batterica e il re in questo caso è lo pneumococco. Quella atipica è quella interstiziale, in cui l’alveolo è più risparmiato – ha aggiunto il professore – L’abbiamo conosciuta col Covid, può essere dovuta a qualsiasi tipo di virus e a tre batteri tra cui la legionella”.
Per quanto riguarda le cure: “La polmonite tipica necessita di terapia antibiotica, prima si inizia e meglio è. Le polmoniti sono eventi molto frequenti, noi le distinguiamo tra acquisite in comunità o acquisite in ospedale, queste sono peggiori perchè ci sono cluster batterici più resistenti agli antibiotici – ha raccontato Centanni – Nelle polmoniti atipiche i virus sono insensibili a gran parte degli antibiotici, che vengono comunque dati per proteggere da sovrapposizione batteriche, ma sono sensibili a pochissimi antibiotici”. E per quanto riguarda la maggiore consapevolezza legata ai sintomi dovuta alla pandemia: “Oggi si fa molta più attenzione a sintomi anche banali a cui prima si faceva poca attenzione. Oggi è molto facile vedere pazienti venire a dire che hanno la tosse come sintomo – ha ribadito – L’infezione da Covid nelle forme più lievi ha sdoganato dei sintomi che possono essere in realtà molto più generici. La polmonite tipica è facile da identificare, il paziente stava benissimo e poi ha 38 di febbre, brividi, malessere, tosse. Generalmente è una sintomatologia molto acuta – ha commentato – La polmonite atipica ha viceversa dei sintomi più sfumati e meno eclatanti, ma se non passano è giusto andare dal medico”.
Infine, sull’importanza della vaccinazione per prevenire i casi più gravi e le morti: “Si stima che in Italia ci siano circa 150.000 ricoveri all’anno per polmonite con 9.000 morti annuali – ha aggiunto il professore – Generalmente sono persone fragili, anziani o debilitate, ma oggi dobbiamo sviluppare il concetto di vaccinazione, ci sono vaccini molto utili in ottica polmonite. C’è il vaccino contro il virus respiratorio sinciziale, importante sia per gli adulti che per i bambini, e poi la vaccinazione contro l’influenza – ha concluso – Purtroppo è sempre poco utilizzata specie negli ultra 65 enni, dovremmo farla tutti”.
– foto tratta da video Medicina Top –
(ITALPRESS).