ROMA (ITALPRESS) – “Siamo entrati in una fase storica nuova in cui si è chiusa l’era delle certezze. Dalla tranquillità che certe cose non fossero in discussione – la libertà, i diritti, la sicurezza di un Paese – siamo passati a una in cui, anche a causa della guerra, tutto va riscritto. Si pensi agli approvvigionamenti. Davamo per scontato che i nostri bisogni primari – alimentari, energetici – potessero essere delegati a Paesi più poveri con costi più bassi. Non abbiamo fatto sistema come Europa, sono stati assenti anche gli Usa e abbiamo lasciato nelle mani di Paesi instabili le nostre necessità, così ora ne paghiamo il prezzo. Noi da europeisti dicevamo che questa Europa andava cambiata, ora lo dicono tutti”. Così in un’intervista al Corriere della Sera il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida.
“Ora vanno ricostruite le filiere – a partire da quelle energetiche e alimentari – non subendo la situazione esterna ma dirigendola – spiega -. Per avere la possibilità di scegliere cosa mangiare, come vivere, ma anche di aiutare i Paesi più poveri a produrre e a loro volta entrare nelle filiere in modo da crescere, per non esportare solo masse di disperati qui e farsi sfruttare politicamente ed economicamente da Paesi come Cina e Russia che, in Africa e non solo, stanno penetrando da tempo”.
“Ci stiamo muovendo in modo molto serio. I viaggi della premier, dei ministri, in Paesi del Nord Africa, in India, in Medio Oriente, servono proprio a ristabilire da protagonisti rapporti andati perduti nel tempo”, sottolinea il ministro, che sull’immigrazione afferma: “Come sempre abbiamo fatto, e ce ne dà atto anche l’Europa oggi con la commissaria Johansson, continueremo a fare di tutto per salvare vite. E ad accogliere chi fugge dalla guerre, con l’asilo politico. Ma nei numeri di chi arriva, questi sono l’8-10%. Gli altri vengono per motivazioni pur comprensibili, ma non è possibile accoglierli tutti. Serve una forte azione di contenimento. E assieme dobbiamo in tempi brevi siglare patti di collaborazione con più Paesi di provenienza dei migranti perché lì, sul posto, vengano formati ai lavori che qui sono richiesti – aggiunge -. Lavori che non sono affatto poco dignitosi, come alcuni percettori di Reddito di cittadinanza fanno credere, rifiutandoli. Io come ministro sono fiero della nuova norma contro il caporalato che punisce chi sfrutta i lavoratori, quasi sempre immigrati, a volte trattandoli da schiavi. Vogliamo cittadini integrati, non di serie B”.
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