A marzo il Pil è calato dello 0,3% su febbraio e l’inflazione raggiunge l’8,1% su base annua, mentre i consumi alimentari sono in calo (-3,9%) per l’aumento dei prezzi. Non si risolvono le incertezze ereditate dal 2022. Si conferma lento il rientro delle dinamiche inflazionistiche e si conferma altrettanto serio l’impatto di queste sui consumi. Il rallentamento dell’attività produttiva origina dalla contrazione della domanda delle famiglie. A ciò non si è associato, per il momento, un peggioramento del mercato del lavoro. E’ quanto emerge dalla ricerca congiunturale di Confcommercio per il mese di marzo. A gennaio la produzione industriale è tornata a registrare un ridimensionamento in termini congiunturali (-0,7%) con una crescita dell’1,7% su base annua. Nello stesso mese il mercato del lavoro ha continuato a segnalare spunti di vivacità, con un incremento degli occupati di 35mila unità su dicembre e di 459mila unità sullo stesso mese del 2022. Come per i mesi scorsi, questa stima riflette un andamento positivo dei servizi (+3,7%) e un’ulteriore riduzione della domanda di beni (-1,4%). All’interno di quest’ultimo aggregato, si confermano in flessione sia i consumi alimentari (-3,9% tendenziale), sia quelli per l’energia elettrica. Nel complesso del primo trimestre, secondo Confcommercio per il Pil si dovrebbe registrare una flessione dello 0,3% rispetto all’ultimo quarto del 2022, confermando l’ipotesi di una recessione molto contenuta sia per intensità sia per durata.
(ITALPRESS).
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