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Comuni e quasi sempre benigni, come trattare i fibromi uterini

MILANO (ITALPRESS) – I fibromi uterini, detti anche miomi, sono tumori benigni formati da cellule muscolari e tessuto fibroso che si sviluppano nella parete dell’utero. Non sono cancerosi e non si diffondono ad altre parti del corpo, ma possono comunque causare sintomi significativi e richiedere il trattamento. I fibromi uterini sono la forma più comune di tumori benigni dell’apparato riproduttivo femminile. Si stima che circa il 70-80% delle donne in età fertile possa svilupparne almeno uno nel corso della vita, anche se non tutte presentano sintomi. Sono questi alcuni dei temi trattati da Domenico Vitobello, responsabile dell’unità operativa di ginecologia dell’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“I fibromi uterini non sono una minaccia in quanto sono una patologia molto frequente, capita anche fino al 70% delle donne – ha esordito – Fortunatamente sono tumori benigni, eccezionalmente sono maligni, all’incirca 1 su 1.500, e capita soprattutto in età avanzata. Non devono essere operati tutti, spesso sono asintomatici, di conseguenza possono essere gestiti con un controllo. Si possono paragonare ai nei della nostra pelle – ha spiegato il professore – Di solito sono tenuti sotto controllo e di certo non tutti li togliamo”.
Per quanto riguarda la differenza tra fibromi sintomatici e asintomatici: “Quelli sintomatici sono spesso sottomucosi, quelli meno sintomatici, che possono avere anche dimensioni importanti, sono quelli intramurali, sono fuori dall’endometrio e se la donna non fa dei controlli periodici potrebbe non accorgersene – ha sottolineato Vitobello – La donna si accorge che qualcosa non va quando sente un bozzolo duro, e di solito è un fibroma dell’utero. I sintomi sono sfumati, la donna può accorgersene toccando l’addome, a volte si ha un disturbo vescicale, ma nella maggior parte dei casi sono asintomatici”.
Sul trattamento dei singoli casi: “Il trattamento non è invasivo e si può fare in modo di non scongiurare una gravidanza, che si può condurre regolarmente anche con un fibroma – ha ricordato parlando delle donne in età fertile – Il messaggio è quello di fare controlli regolari presso il ginecologo, perchè i fibromi spuntano sempre, qualche volta possono crescere velocemente e se le dimensioni sono ingenti si deve intervenire presto. Se i fibromi sono piccoli possono essere anche lasciati e seguiti nel tempo, con alcune precauzioni come evitare l’attività sportiva. In caso di dimensioni importanti è meglio fare un intervento chirurgico – ha ribadito il professore – Si può fare in modo mini invasivo, quindi riposo dell’utero per sette mesi, poi si può tornare tranquillamente a cercare una gravidanza. Sopra i dieci centimetri bisogna fare un taglietto come fosse un cesareo, in laparoscopia c’è questo limite. Se i fibromi sono piccoli, di 2-3 centimetri, si possono fare in laparoscopia”.
Per quanto riguarda l’incidenza e i fattori di rischio, invece, Vitobello è chiaro: “Ci sono alcune forme ibride di cui non capiamo ancora che malignità possono avere, ma sono molto rare. L’ecografia del ginecologo e la valutazione della crescita devono portare a intervenire prima che possano portare problemi seri – ha specificato – Nei paesi del centro Africa abbiamo visto un’incidenza molto alta, spesso in età molto giovanile, non sappiamo ancora il perchè. Non ci sono fattori predisponenti o ereditari, perchè è una malattia molto frequente”. Infine, il consiglio dell’esperto alle donne di tutte le età: “Se siamo in presenza di un fibroma in una donna di 60 anni ed è di cospicue dimensioni, è importante togliere l’utero per fare esami approfonditi. Per il resto, la donna una volta all’anno deve fare la visita ginecologica – ha concluso – Io dico sempre che dai 12 ai 90 anni bisogna fare una visita con ecografia all’anno”.

– foto tratta da video Medicina Top –
(ITALPRESS).

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