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La cultura del merito e il valore dell’impresa. Nell’ultimo numero di Reputation Review un approfondimento con le voci degli esperti

Che cos’è il merito? Di sicuro, “uno dei pilastri su cui strutturare la ripresa nazionale”; un valore che nasce dall’emancipazione delle ideologie e che richiede uno sforzo costante oltre all’abilità di “concentrarsi sui fatti”.” Lo ricorda Stefano Cuzzilla, presidente di federmanager e 4.manager, nell’ultimo Reputation Review. Il numero 30 dedica un’attenta riflessione sulla meritocrazia all’interno del nostro Paese, evidenziando la stretta interdipendenza tra reputazione e merito.

Nel quadro nazionale della crisi emerge un chiaro messaggio. Nonostante la recessione e il debito pubblico, l’Italia non si piega. La conferma è visibile nel mercato: il PIL insegue la sua promessa e l’industria dimostra di voler reagire di fronte alle avversità. Ed è proprio nella reazione, nella risposta lucida, motivata e intenzionale all’ambiente, il grande principio del merito. Oltre all’ideologia, la pratica. Accanto alla conoscenza, è l’azione, il saper fare, la vera sostanza del merito.

Parola ad alta frequenza d’uso, il merito cela una significazione molto complessa. Oltrepassando l’apparente banalità di superficie, il termine è tutt’altro che scontato. Pilastro di ogni ambito della vita, dalle relazioni interpersonali alla struttura organizzativa, il merito è il valore primo per la crescita reputazionale individuale, collettiva e, per estensione, anche motore di ripresa nazionale.

Ma che cos’è, dunque, il merito?

L’eterogeneità della semantica del merito è conseguente alla complessità delle realtà a cui si applica e che supporta a livello percettivo sin dalla sua costruzione. Il merito, difatti, non è semplice percezione, bensì un costrutto positivo, che si sviluppa nel tempo e accanto al riconoscimento delle qualità personali, delle competenze e, in generale, dell’esperienza di un individuo o di un’azienda. La cultura del merito è, dunque, la condivisione di un patrimonio invisibile basato su cognizioni (opinioni, giudizi, credenze) e aspettative propositive sul valore percepito del soggetto/oggetto del merito.

Reputation Review n°30 riporta la voce della reputazione accreditata dal merito. Quest’ultimo non è solo un pregio che rafforza l’autorevolezza e che dona spessore alla credibilità, ma un vero prestigio che avvia il senso di stima e fiducia interindividuali. Non solo teoria, ma anche materia: il merito può essere quindi definito come il peso che dona rilievo effettivo alla reputazione, evitando ogni rischio di Reputation Washing, vale a dire l’affondamento della reputazione, spoglia di effettivo valore e svuotata della sua effettiva sostanzialità.

Dal piano individuale al piano nazionale il merito è il valore, il talento, lo sforzo che attiva la coscienza e concretizza l’azione collettiva. In breve, investire sul merito significa anzitutto investire sulla reputazione. La ripresa e lo sviluppo reputazionale, di un manager, di un’impresa o di un Paese, chiede sempre la stabilità del riconoscimento.

Considerato il contesto attuale, come si posiziona il merito nei confronti del quadro manageriale, del capitale umano e del mercato internazionale all’interno del nostro Paese? La risposta si dispiega, pagina dopo pagina, nella nuova edizione di Reputation Review, il n°30.

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