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Strabismo nei bambini, cruciale una diagnosi precoce

MILANO (ITALPRESS) – Lo strabismo è una malattia che riguarda circa il 3% dei bambini, con un lieve aumento negli ultimi anni. Si tratta di una condizione nella quale gli occhi sono male allineati e non sono orientati nella stessa direzione. Mentre un occhio fissa un oggetto, l’altro è rivolto all’interno, all’esterno, in alto o in basso. Può essere ereditario o dovuto ad anomalie oculari individuali. In due casi su tre allo strabismo è associata l’ambliopia, il cosiddetto “occhio pigro”, che comporta una riduzione dell’acutezza visiva di un occhio. Quando lo strabismo si instaura a causa dell’ambliopia, l’occhio che vede bene viene bendato per far sì che quello pigro lavori di più. La tempistica della diagnosi e del trattamento è cruciale. Infatti il difetto visivo diventa irrecuperabile quando si interviene troppo tardi, con danni che vanno ben oltre l’aspetto estetico. Lo strabismo pregiudica infatti lo sviluppo della funzione visiva binoculare che è quella che consente ad esempio di guidare la macchina e di usare i cellulari in maniera corretta. Lo strabismo è uno dei temi affrontati da Paolo Nucci, professore ordinario di Oftalmologia all’Università degli studi di Milano, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
E’ vero che c’è un aumento dello strabismo nei bambini? “E’ vero”, ha affermato Nucci. “La ragione principale, secondo gli studi americani – ha continuato -, è che abbiamo più bambini che hanno piccole sofferenze alla nascita. Questi bambini una volta avevano problematiche più importanti, oggi per fortuna ne hanno pochissime e tra queste rimane lo strabismo. Lo strabismo è legato a una disorganizzazione motoria che interessa la parte più particolare del movimento”.
Per Nucci bisogna innanzitutto far vedere il bambino “da un oculista esperto in questo ambito”. “Il problema principale dello strabismo – ha spiegato – è che questi bambini che hanno gli occhietti deviati tendono ad averne uno dei due che funziona meno. E’ il cosiddetto ‘occhio pigrò. Riconoscerlo prima significa gestirlo e trattarlo con più facilità e meglio”.
Come si corregge lo strabismo? “Prima di passare all’attività chirurgica – ha evidenziato -, la prima cosa che facciamo è bendare l’occhietto. E’ un viatico giusto per la chirurgia: bisogna arrivare con gli occhi che sono più o meno capaci di vedere allo stesso modo. Poi anche gli occhiali sono importanti. Si arriva alla chirurgia in genere verso i 30-36 mesi perchè in quella fase abbiamo ancora un cervello plastico che accetta questa nuova posizione degli occhi”.
Per quanto riguarda la chirurgia, secondo Nucci, “oggi la buona notizia è che si tratta di una chirurgia mininvasiva: facciamo incisioni di mezzo centimetro quadrato, le nascondiamo sotto la palpebra e viene fatto tutto in giornata. Una volta i bambini venivano bendati ed era una situazione abbastanza pesante dal punto di vista psicologico. Oggi i bambini escono sbendati”.
Quali sono i segnali che i genitori devono considerare? “Le mamme mediamente hanno il sesto senso – ha affermato – di capire che c’è qualcosa che non va negli occhietti del bambino. Il primo approccio è quello pediatrico. Bisogna andare dal pediatra di famiglia che ha già le armi, abbastanza rudimentali ma efficaci. Il controllo deve essere precoce perchè l’oculista mette in atto una serie di azioni che sono efficaci. Lo strabismo, però, non è soltanto un problema del bambino”, ha sottolineato. Anche l’adulto, infatti, può essere operato. “La chirurgia dello strabismo – ha evidenziato Nucci – non è da interpretare come chirurgia estetica: ha una sua grossa componente funzionale. Si può operare a qualsiasi età e l’adulto ha risultati comunque molto buoni. Oggi stiamo assistendo a una recrudescenza dello strabismo dell’adulto. Questo nasce in gran parte dal fatto che – ha concluso – molti adulti imparano a lavorare troppo da vicino e ci sono molti miopi”.

– foto Italpress –
(ITALPRESS).

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