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Serie A: Napoli, le mani sullo scudetto

Si deciderà  tutto all’ultima giornata, ma all’alba degli ultimi 90 minuti di Serie A alcuni verdetti sono stati fortemente ipotecati.

Partiamo dall’avvincente lotta scudetto: il Napoli di Antonio Conte è  davvero a un passo dal conquistare il quarto titolo della sua storia, il secondo negli ultimi tre anni. Nonostante i due pareggi consecutivi, contro Genoa e Parma (che in due non fanno i punti in classifica dei partenopei) Antonio Conte e i suoi possono affrontare l’ultima partita di campionato, in casa e contro un Cagliari già salvo, consapevoli di avere il destino completamente nelle proprie mani.

In una volata scudetto che, si sapeva, si sarebbe decisa al fotofinish, i nerazzurri hanno avuto il torto di non approfittare delle opportunità concesse da un Napoli che, a detta dello stesso Conte, è arrivato al  traguardo completamente spremuto e a corto di risorse sia fisiche che tecniche. La squadra di Inzaghi, eroica e meravigliosa in Champions League, ha vinto solo 2 delle ultime 5 partite in Serie A, perdendone  altrettante, contro Bologna e Roma. Sarebbe bastato un solo punto, in quelle due gare (consecutive) perse, per arrivare a giocarsi l’ultima di campionato a pari punti con il Napoli.

Certo, le fatiche delle Coppe si sono fatte sentire, eccome: tra Coppa Italia, Supercoppa e (soprattutto) Champions League la squadra di Inzaghi ha giocato fino ad oggi 57 partite (4 in Coppa Italia, 2 in Supercoppa, 14 in Champions League e 37 in Serie A) contro le 38 partite giocate dal Napoli (37 in Serie  A e 1 in Coppa  Italia).

19 partite in più, che significano oltre 1700 minuti in più sulle  gambe, e sulla testa, di una rosa (è vero) molto più lunga di quella del  Napoli, e costruita per essere competitiva in tutte le competizioni, ma anche condizionata da problemi fisici di giocatori che, a conti fatti, si sono dimostrati imprescindibili: il particolar modo Lautaro e Thuram si sono rivelati insostituibili e i loro cambi, Arnautovic e Taremi, raramente sono stati in grado di non farli rimpiangere.

Aspettiamo, però, a tirare le somme di questa stagione, perché gli ultimi 90 minuti potrebbero costringerci a rivedere tutte le  valutazioni e a riscrivere le sentenze.

Nella corsa Champions la grande favorita, a 90 minuti dalla fine della stagione, è la Juventus, che arriva all’ultimo sprint a +2 sulla Lazio e a +1 sulla Roma. Ranieri ha fatto un’impresa (non la prima della sua  carriera, né la più rilevante, peraltro) portando la sua Roma in Europa: l’ultima partita stabilirà quale competizione europea disputeranno i giallorossi la prossima stagione. Il tributo dell’Olimpico al suo condottiero, nell’ultima gara casalinga di ieri contro il Milan, è stato suggestivo e meritato: se la Roma, presa dal tecnico romano e romanista a ridosso della zona retrocessione (dopo 2 mesi di gestione disastrosa da parte di Ivan Juric), dovesse battere il Torino a domicilio nell’ultima di campionato, sarà certa di andare in Europa League.

Se poi contemporaneamente il Venezia, impegnato nella lotta salvezza, dovesse fermare la Juventus, l’eventuale vittoria a Torino varrebbe addirittura la qualificazione alla prossima Champions League. In caso di pareggio o sconfitta della Roma a Torino, bisognerà vedere il risultato della Lazio, impegnata in casa contro il Lecce. Nella peggiore delle ipotesi, comunque, la Roma giocherà in Conference League, Coppa che richiama alla mente dei romanisti dolcissimi ricordi.

Difficile immaginare, tuttavia, che la Juventus possa lasciarsi sfuggire, proprio sul traguardo, l’accesso alla prossima Champions League. Il Venezia di Eusebio Di Francesco, che ha già  fatto un mezzo miracolo a tenere vive le speranze di salvezza fino all’ultima giornata, ha la rosa col minor valore di mercato della Serie A (stima Transfermarkt) e il giocatore dal valore più alto è Nicolussi Caviglia (8 mln), in prestito proprio dalla Juventus. La proporzione (stimata) è quasi di 1 a 10: la rosa del Venezia supera di poco un valore di mercato di 70 milioni mentre la Juventus supera abbondantemente i 600 milioni…Per non parlare del monte ingaggi.

Ovviamente l’aspetto economico non è tutto: non si gioca sulla carta, tanto meno su un tappeto di cartamoneta, e il Venezia cercherà di vender cara la pelle, potendo contare oltretutto sulla spinta del  proprio pubblico, tuttavia ci risulta difficile poter immaginare un epilogo diverso dalla vittoria bianconera che, a proposito di conti, varrebbe oltre 60 milioni di premi in denaro per la qualificazione Champions.

Nella lotta salvezza la grande favorita sembra adesso l’Empoli che, battendo il Monza in trasferta, è salita a quota 31 punti in classifica, a pari punti con il Lecce, vittorioso per 1 a 0 sul Torino. Nell’ultima partita di campionato i toscani potranno contare sul fattore campo contro il Verona, che tuttavia non è matematicamente salvo: per la matematica certezza di rimanere in Serie A gli scaligeri hanno  bisogno di almeno un punto, ma un punto potrebbe non essere sufficiente ai toscani.

Certo è che il coefficiente di difficoltà della sfida dell’Empoli col Verona è, sulla carta, di gran lunga inferiore a quella del Venezia, impegnata come detto in casa con la Juventus, ma anche del Lecce, che farà visita alla Lazio: molto dipenderà dai risultati che arriveranno dagli  altri campi, come normale che sia quando le gare vengono disputate tutte in contemporanea.

La contemporaneità non impedisce di fare calcoli, a volte li incentiva. Pensiamo al Napoli a Parma: quando è arrivata notizia del pareggio della Lazio a Milano, contro l’Inter, la panchina del Napoli si è, giustamente, affrettata a chiedere ai giocatori in campo di non rischiare più nulla perché il pareggio era diventato, improvvisamente, un risultato favorevole. La contemporaneità stabilisce, tuttavia, una fondamentale democraticità: nessuna squadra è favorita sulla base della calendarizzazione della propria gara, partono tutte alla pari.

L’articolo Serie A: Napoli, le mani sullo scudetto proviene da IlNewyorkese.

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