MILANO (ITALPRESS) – Dopo l’annuncio a Bruxelles lo scorso 16 giugno, entro la metà del 2024 CEPI Cartonboard e Pro Carton si uniranno in un’unica associazione (che prenderà proprio il nome Pro Carton). Una decisione che permetterà all’intera industria europea del cartone e del cartoncino di giocare un ruolo ancora più incisivo di quello che esercitato finora separatamente.
Come spiegato dal presidente di Pro Carton Michele Bianchi, “abbiamo analizzato le opportunità all’interno della filiera della carta e cartone e abbiamo deciso di intraprendere questo percorso cercando di mettere insieme alla base dei produttori di cartoncino sia la rappresentanza di CEPI Cartonboard (produttori e importatori europei di cartoncino) sia Pro Carton, ovvero l’organizzazione più focalizzata sul marketing e la comunicazione dei prodotti”.
L’obiettivo principale rimane “essere più efficaci nella storia che raccontiamo e nel valore che restituiamo ai nostri associati”. Quindi la narrazione dell’intero processo alla base della filiera diventa fondamentale per far meglio comprendere la forte importanza di questo settore dell’industria per la sostenibilità e il riciclo.
“Noi partiamo dalle foreste per la produzione di materiale biodegradabile, sostenibile e riciclabile. Quindi l’obiettivo è far capire al mondo esterno come riusciamo a fare impresa circolare, a gestire in modo sostenibile le foreste in Europa e quindi a creare valore anche in quel senso. Per la precisione non parliamo di alberi che vengono utilizzati per la produzione di cartone, ma rami e avanzi del prodotto principale. Inoltre tramite l’industria del riciclo diamo nuova vita a questi prodotti che altrimenti finirebbero in discarica – ha sottolineato Bianchi. – Rappresentare il ciclo virtuoso di un materiale naturale è alla base delle sfide che ci poniamo, così come lo è progettare imballaggi con materiali facilmente avviabili al riciclo. Gli ultimi test dimostrano che le nuove tecnologie sono in grado di riciclare la fibra fino a oltre 25 volte”.
La fusione, e di conseguenza anche la narrazione dell’intero comparto, devono tenere conto anche di diversità di veduta fra le imprese e fra gli stessi Stati. Come fare per unire e contemporaneamente raccontare questa grande eterogeneità?
Per il presidente di Pro Carton, “la sfida che abbiamo è quella di saper raccontare la storia dall’inizio alla fine, includendo il riciclo. Le realtà e i Paesi ai quali le aziende appartengono sono molto diverse: quelle in Scandinavia si basano ovviamente sulle foreste e per questo devono dimostrare che il loro modo di fare impresa è sostenibile. Nel Sud Europa invece abbiamo le città e la capacità di riciclare: oggi ricicliamo oltre l’80% del materiale, un’eccellenza che detta esempio anche agli altri Paesi paesi”. “Grazie al sistema dei consorzi l’Italia è riuscita a estendere la raccolta a ogni angolo del paese, con oltre il 90% dei cittadini che fanno parte di un sistema per cui attraverso accordi con i comuni viene avviata la raccolta in città e poi riciclata nelle cartiere”, ha aggiunto.
L’attenzione alla sostenibilità si innesta inoltre sui traguardi proposti in questi mesi dalla Commissione Europea e che trovano concretezza nel Green Deal europeo. Per quanto riguarda il ruolo di Pro Carton, la fusione permetterà di raggiungere con maggior forza risultati sempre più positivi.
“Gli obiettivi sono molto ambiziosi e vanno messi a terra: bisogna trovare le soluzioni pratiche per raggiungere gli obiettivi europei – ha affermato Bianchi – Non è facile perchè abbiamo avuto l’idea di fare grossi passi in avanti rispetto ad altri continenti, ma saperlo fare in maniera concreta è fondamentale nei prossimi anni. E questo sta alla base del fare sinergie, metterci insieme con gli altri ed essere molto puntuali e costruttivi in questo percorso di evoluzione”.
La sfida per una sostenibilità sempre più diffusa su scala europea si scontra tuttavia con una situazione economica complicata dall’alta inflazione e dal rialzo dei tassi di interesse. Tutto questo, potrebbe avere ricadute negative sulla fusione e gli obiettivi che si pone?
La risposta di Michele Bianchi è netta: “No. La congiuntura economica non è delle migliori e le prospettive sulla capacità di investimenti e gli interessi sul debito in aumento sono un punto di forte attenzione e preoccupazione”.
“In Italia attraverso Industria 5.0 c’è stato un supporto da parte del Governo per investire nella digitalizzazione. Ora stiamo parlando di opportunità all’interno dello scenario Industria 5.0 dove il quinto elemento è l’attenzione alla sostenibilità. Questo è un altro passaggio fondamentale: il costo del debito è molto alto e dobbiamo trovare forme per cui l’industria italiana non si fermi nella capacità di investire e innovare – ha ribadito. – Dobbiamo però sperare che questo rallentamento non si traduca in recessione e non crei forti battute di arresto. Mi auguro che la politica dei tassi e di supporto alle imprese sia mantenuta con una certa attenzione”.
-foto Envato Elements-
(ITALPRESS).
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