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Covid, bambini colpiti in forma più lieve ma occhio al ritorno a scuola

ROMA (ITALPRESS) – Quasi 26 milioni di persone infettate: sono i numeri relativi al Covid-19 nella popolazione italiana secondo i dati raccolti da Fondazione Gimbe. In Italia e nel mondo la pandemia ha toccato anche i bambini, sebbene nella stragrande maggioranza dei casi con manifestazioni non gravi. La maggior parte dei bambini infettati dal Covid-19 manifesta infatti una malattia lieve che non richiede il ricovero in ospedale. Rispetto agli adulti, i bambini hanno una minore possibilità di sviluppare la polmonite interstiziale, che è tra le complicanze più gravi dell’infezione e spesso causa del ricovero in terapia intensiva. L’avvio del nuovo anno scolastico, con il pieno ritorno alla vita di comunità, riporta il tema Covid e il contagio tra i più piccoli alla ribalta, anche perchè il contagio ha ripreso a galoppare. Sono questi alcuni dei temi trattati da Susanna Esposito, professore ordinario di pediatria all’Università di Parma, direttore della clinica pediatrica dell’ospedale Pietro Barilla di Parma e presidente della società mondiale per le malattie infettive e i disordini immunologici, intervistata da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“Purtroppo ci siamo abituati a queste ondate pandemiche e al fatto che il Sars Covid-2 tenda a mutare, così come avviene per i nuovi virus respiratori, e quindi è comparsa ora una nuova variante che innanzitutto determina la malattia nei soggetti vaccinati tempo prima, e poi naturalmente anche in chi è stato vaccinato può determinare dei sintomi seppur molto meno gravi rispetto a chi è completamente suscettibile – ha esordito la professoressa – Quello che possiamo dire è che il Sars Covid-2 è sicuramente meno grave nella popolazione infantile, ma purtroppo di Covid a livello globale sono morti alcune centinaia di bambini. Quello che si può osservare, è come la fascia d’età che ha manifestato le manifestazioni cliniche più gravi sia stata proprio quella del bambino sotto l’anno di vita, e in altre fasce d’età si sono osservate complicanze gravi nei soggetti con patologie. Sappiamo anche come il Covid si sia diffuso con molta facilità tra gli adolescenti, se ricordiamo durante le vacanze di Natale del 2021-2022, il numero di ragazzi che ha avuto il Covid è stato elevatissimo e questo porta alla diffusione delle epidemie”, ha aggiunto.
“Come sempre ci dobbiamo basare sul senso di responsabilità, perchè iniziano le scuole e sappiamo bene come tutti i bambini siano contenti di tornare in classe, ma se hanno sintomi respiratori è importante che facciano il tampone e se sono positivi che rimangano a casa finchè i sintomi scompaiono”. E sul modo in cui il Covid colpisce i bambini rispetto agli adulti: “Seppur il Covid come malattia acuta risulta decisamente meno grave nella popolazione di età pediatrica rispetto all’adulto, le sequele invece si verificano con una frequenza solo di poco inferiore nel bambino rispetto all’adulto – ha osservato – Queste sequele, nel bambino differentemente rispetto all’adulto, sono caratterizzate da sintomi che spesso coinvolgono la sfera neurologica o psicologica, come cefalea, vista annebbiata, disturbi del sonno. Per quanto riguarda invece la componente cardiaca e respiratoria, questa è molto meno interessata nel bambino rispetto all’adulto. In alcuni casi i bambini lamentano una difficoltà sotto sforzo che poi però si traduce in un quadro di assoluta risoluzione caratterizzato da un’ansia generalizzata – ha spiegato – Il bambino infetto è spesso molto preoccupato e mette in atto una serie di meccanismi che portano alla persistenza di sintomi sfumati e specifici che non gli permettono però di fare la sua vita normale addirittura per tre mesi”.
Come è stato ormai accertato, anche le caratteristiche del sistema immunitario di ciascuno di noi concorrono alla gravità o meno del contagio da Covid: “Si stanno studiando le caratteristiche genetiche degli individui con Covid grave perchè sembra in un certo senso ci sia una loro predisposizione – ha precisato Esposito – Come sempre, nelle malattie infettive bisogna bilanciare le caratteristiche del sistema immunitario dell’ospite e quella che è la carica virale, però ci sono degli individui che hanno delle manifestazioni peculiari, e anche in merito all’efficacia e alla tollerabilità dei vaccini ci sono alcuni soggetti che hanno sviluppato effetti collaterali che sostanzialmente sembrano essere con una loro predisposizione. Ciò significa che se un bambino ha avuto un Covid grave e presenta nell’età pediatrica delle condizioni di rischio che possono giustificare una malattia grave, deve essere vaccinato proprio adesso con l’inizio della campagna vaccinale”.
E con l’arrivo dell’autunno, per evitare che i bambini diventino dei super diffusori di Covid e influenza stagionale, ci si appella alla responsabilità individuale delle famiglie: “Se il bambino ha dei sintomi, raffreddore, tosse, che è qualcosa di normale, bisogna fare il tampone, perchè il senso di responsabilità individuale della singola famiglia è fondamentale. Quando si diffondono le epidemie c’è sempre quello a cui poi la malattia va male – ha aggiunto – Se uno prende l’autobus, il treno, sta in un luogo affollato, occorre avere un disinfettante per le mani e mettere le mascherine. Per la vaccinazione anti-Covid, per l’età pediatrica, il vaccino è raccomandato solo nei bambini con una patologia cronica. Il vaccino è utile a tutti, non dimentichiamoci che la vaccinazione influenzale è raccomandata dai 6 mesi ai 6 anni per la popolazione pediatrica anche sana – ha concluso – E’ l’abuso di antibiotici, un elemento molto rischioso, deve essere una tematica da gestire con estrema cautela: credo che questa esperienza del Covid ci abbia insegnato tanto”.

– foto Italpress –
(ITALPRESS).

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