Nel 2022, Filippo Arensi e Luca Villa andarono a bere un bicchiere di vino a Milano. Non avevano nessuna idea di business, ma entrambi erano insoddisfatti del loro lavoro: Villa, 22 anni, era nelle vendite tech, mentre Arensi lavorava in consulenza.
Accanto al loro tavolo, dentro una vetrina, c’era una bottiglia di Château Pétrus da 3.000 euro. Il proprietario raccontò di aver subito un furto e di essere stato costretto a mettere sotto chiave i vini più pregiati, compromettendone però l’impatto estetico. “È da lì che è nata l’idea”, ricorda Arensi.
Poco dopo i due amici fondarono ExpoAlert, un sistema di sicurezza invisibile per oggetti di valore. Raccolsero circa 210.000 euro da amici e familiari, oltre a un finanziamento dell’acceleratore Magic Spectrum, e iniziarono a lavorare a un prodotto che ha richiesto due anni e mezzo di sviluppo. Diversi prototipi furono testati da potenziali clienti, incluso un noto marchio di moda italiano che chiese di poter tracciare ogni volta che un articolo veniva sollevato dallo scaffale.
Tre mesi dopo depositarono un brevetto in Italia, oggi approvato: una piattaforma con sensore integrato che avvisa il personale quando un cliente solleva un prodotto e che può anche riprodurre un messaggio audio personalizzabile, dal semplice avviso all’invito a chiedere assistenza. “L’obiettivo è fermare il furto prima che avvenga”, spiega Villa.
Lo scorso ottobre, mentre il sistema ExpoAlert veniva testato da boutique in Italia e negli Emirati, Villa volò a New York per un programma di accelerazione sponsorizzato dal ICE. “In Italia, essere giovane viene visto come una vulnerabilità; ma in America pensano che non hai nulla da perdere”, racconta Villa.
ExpoAlert viene prodotto in Svizzera: ogni piattaforma costa dai 420–630 euro, più un abbonamento mensile di 100–200 euro. “È un sistema di nicchia”, spiega Arensi, “non è per l’intera boutique, ma installandone 10 o 15 il prezzo resta in linea con altri sistemi”.
Il problema di furti retail negli Stati Uniti è enorme: secondo CapitalOne, nel 2023 i negozi statunitensi hanno perso 122 miliardi di dollari, +19% rispetto all’anno precedente. A New York, tra il 2019 e il 2023, i furti segnalati sono aumentati del 64%. “Nel lusso l’obiettivo non è eliminare le perdite, ma ridurle”, spiega Kenneth Bombance, CEO di Global Threat Solutions, convinto che ExpoAlert possa essere efficace con personale ben formato.
Molti negozi oggi si affidano a cavi metallici, sorveglianza video o tag RFID, che però sollevano problemi di privacy. Per alcuni brand, tuttavia, i costi restano un ostacolo. “In molte boutique abbiamo zero furti l’anno”, osserva Gabrio Santoni, responsabile strategia del marchio Santoni. “Ci conviene lasciare che spariscano scarpe da 1.000 euro piuttosto che adottare piattaforme così costose. Preferirei soluzioni più orientate ai dati e meno care”.
ExpoAlert ha concluso i primi test con due grandi marchi italiani e una holding internazionale del lusso. Intanto l’azienda ha siglato un accordo con l’Hotel De Russie di Roma, che testerà il sistema per proteggere i suoi gioielli in boutique.
Arensi è pronto: “Ora il nostro obiettivo è iniziare a vendere”.