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La vittoria di Conte

È passato meno di un mese e mezzo, ma sembra un secolo fa: era il 9 novembre quando, dopo la sconfitta netta di Bologna, Antonio Conte lanciava un grido di dolore e di allarme:

Sono preoccupato, non c’è più l’energia positiva di un anno fa: o sto sbagliando io o qualcuno non mi ascolta. A Napoli dopo uno scudetto vinto è arrivato un decimo posto, ma questo non è stato di insegnamento“.

Pochi avrebbero scommesso sul fatto che quella squadra sfilacciata e senza mordente del Dall’Ara, falcidiata dagli infortuni e senza il fuoco sacro del furore agonistico negli occhi, potesse rialzare la testa tanto in fretta, tornando prepotentemente in corsa per il titolo e alzando, meno si un mese e mezzo dopo, il primo trofeo della stagione, proprio contro il Bologna.

È la vittoria di Conte, della sua ossessione per la vittoria, che passa attraverso il lavoro la sua dedizione nel trovare soluzioni dove altri vedono solo problemi: il cambio di modulo proposto dal tecnico ha coinciso con un cambio di mentalità dei suoi uomini, e questo non può che essere un merito dell’allenatore.

La finale di Supercoppa ha avuto un grande protagonista in panchina e un grande interprete (su tutti) in campo, quel David Neres che sembra sempre capitato lì per caso ma che, da più di un mese a questa parte, lì incide e determina come un top player: la doppietta del brasiliano ha letteralmente abbattuto le resistenze di un Bologna che di rado, nel corso del match, è stato in grado di esprimere il proprio calcio.

Il Napoli di Conte è tornato ad essere perfetto interprete del “Contismo”, gioca con il furore della provinciale ma può contare sulle giocate dei propri campioni, che alla fine fanno sempre la differenza.

Si chiude un cerchio perfetto, iniziato dal punto più basso dell’avventura di Conte a Napoli, quel 9 novembre a Bologna, e finito con il secondo trofeo conquistato dal tecnico pugliese all’ombra del Vesuvio: da Bologna a Napoli (dove la squadra di Conte ha costruito gran parte delle proprie fortune stagionali, nel fortino inespugnabile del Maradona, davanti alla propria gente), passando per Riyad, dove proprio il Bologna ha dovuto constatare, sulla propria pelle, che il Napoli la sua di pelle l’ha cambiata in tempo record.

Grazie ad Antonio Conte, condottiero illuminato e vincente: conoscendolo non vorrà certamente fermarsi adesso, perché l’appetito vien mangiando, si sa, e se sei Antonio Conte la fame di vittorie non ti passa davvero mai.

L’articolo La vittoria di Conte proviene da IlNewyorkese.

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