ROMA (ITALPRESS) – Ventisei carte a disposizione. Qualcuna si è persa durante il cammino, ma Spalletti è convinto di potersi sedere al tavolo dell’Europeo con argomenti importanti. Di campioni in carica ne ha 9 in lista, il primo è il numero 1, quel Donnarumma che tre anni fa fu decisivo per il trionfo di Wembley e che, con buona pace dei critici d’Oltralpe, è tra i migliori al mondo. In difesa ce ne sono due come Bastoni e Di Lorenzo che nel frattempo hanno vinto scudetti e raggiunto livelli importanti. Il difensore dell’Inter è una garanzia qualunque sia il sistema di gioco, piedi buoni e forza fisica. Il capitano del Napoli viene da una stagione difficile ma è uno degli uomini del tricolore targato Spalletti. Senatori e volti nuovi: Bellanova e Cambiaso a sfrecciare sulle fasce, Calafiori e Buongiorno a proteggere ma anche ad impostare. Uno degli assi del reparto è Di Marco, strepitoso in nerazzurro, atteso in azzurro. Fa tutta la fascia e con il suo sinistro sa rompere gli equilibri. Reparto affascinante il centrocampo. Barella, Jorginho e Cristante sono i campioni in carica, c’è la capacità d’inserimento del bomber Frattesi, il carisma e la qualità di Pellegrini, la novità Folorunsho e c’è il talento di Fagioli, rientrato in extremis dopo la lunga squalifica per le scommesse illecite e atteso dal ct come nell’82 fece Bearzot con Rossi. Storie diverse, un denominatore comune: la fiducia di chi decide. Non è una novità Scamacca, ma è uno di quelli che il ct, tra una frecciata e l’altra, ha aspettato. Arriva in grande forma, tante delle speranze azzurre si basano su di lui. Ci sono anche due campioni d’Europa come Chiesa e Raspadori, il primo potenzialmente il più talentuoso del gruppo, il secondo jolly in cerca di una consacrazione che tarda ad arrivare. E poi l’argentino Retegui, il Faraone El Shaarawy e Zaccagni. Spalletti ha scelto le 26 carte, è ora di sedersi al tavolo e difendere il titolo.
gm/gtr
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