
L’analisi di rischio sottostante all’operazione, basata sui dati di importazione e vendita estrapolati dalla Dorsale Informatica del Corpo, ha permesso di individuare violazioni nelle province di Cuneo, Padova, Modena, Firenze, Prato, Roma, Teramo, Napoli, Bari e Catania, con Firenze, Napoli e Bari tra le aree colpite da frodi nell’esercizio del commercio. I controlli hanno portato al sequestro, oltre che dei 37 mila prodotti, anche di un opificio di 200 metri quadrati, di 4 quintali di pelle e di 765 metri lineari di materiali falsi e alla segnalazione alle sedi competenti della Direzione Provinciale del Lavoro e alle sedi territoriali di Inps e Inail di 5 lavoratori “in nero”, due dei quali appartenenti a nuclei familiari percettori del Reddito di Cittadinanza. Un’azione che rientra nella strategia istituzionale per prevenire e combattere la contraffazione, tutelare il Made in Italy e garantire la sicurezza dei consumatori. Gli indagati, attivi nel settore conciario da diversi anni, sono prevalentemente di origine italiana e di etnia sinica. vbo/gsl