ROMA (ITALPRESS) – Il Misery Index di Confcommercio di maggio 2023, l’Indice del Disacio Sociale, si è attestato su un valore stimato di 15,9, in riduzione di sette decimi di punto rispetto ad aprile. “Il miglioramento registrato nell’ultimo mese è sintesi di un significativo rallentamento del tasso di crescita dei prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza di acquisto e di un lieve ridimensionamento del tasso di disoccupazione”, spiega Confcommercio in una nota.
Il mercato del lavoro ha continuato a mostrare anche a maggio segnali positivi. Il numero di occupati è aumentato di 21mila unità sul mese precedente e le persone in cerca di lavoro sono diminuite di 34 mila unità; nello stesso periodo il numero di persone inattive è rimasto stabile. Queste dinamiche hanno portato il tasso di disoccupazione ufficiale al 7,6% (7,8% ad aprile). Nello stesso mese le ore autorizzate di CIG sono state di poco superiori a 32,8 milioni, a cui si sommano quasi 1,7 milioni di ore per assegni erogati dai fondi di solidarietà. In termini di ore di CIG effettivamente utilizzate, destagionalizzate e ricondotte a Ula si stima che questo corrisponda a circa 48mila unità lavorative standard. Il combinarsi di queste dinamiche ha comportato una lieve riduzione del tasso di disoccupazione esteso sceso all’8,4%.
A maggio 2023 i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto hanno mostrato una variazione tendenziale del 7,1%, in significativo rallentamento rispetto al mese precedente. Le prime stime di giugno segnalano un’ulteriore decelerazione del tasso di crescita dei prezzi per questa tipologia di beni e servizi (+5,9% su base annua). Nonostante il consolidamento del processo di rientro dell’inflazione permangono alcune incertezze sulla possibilità di ridurre, nei prossimi mesi, l’area del disagio sociale. “Come già sperimentato nei mesi precedenti il processo di decelerazione dei prezzi potrebbe essere più graduale rispetto alle attese – sottolinea Confcommercio -. Si aggiunga che i bilanci familiari potrebbero cominciare a risentire degli effetti dei rialzi dei tassi, comprimendo la domanda con effetti negativi sulla crescita, già messa a rischio dalle difficoltà di alcuni importanti partner europei, e sul mercato del lavoro”.
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