ROMA (ITALPRESS) – Il nuovo modo di concepire i rapporti con il continente africano, con il ruolo sempre più centrale dell’Italia, è il tema al centro del convegno ‘L’Africa grembo del mondo: l’Italia alla guida dei rapporti con l’UE’, organizzato dai dipartimenti Esteri e Cooperazione Internazionale di Forza Italia e dalla delegazione italiana del PPE al Parlamento Europeo, che si sta svolgendo alla Sala delle Bandiere del Parlamento europeo in Italia, che ha visto la partecipazione, tra gli altri, del vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. “Serve una visione e un’azione da compiere nel continente africano. Dobbiamo far comprendere bene anche ai nostri concittadini quanto è importante per l’Italia svolgere un ruolo da ponte tra Africa e Ue. L’Africa è una questione prioritaria e non dobbiamo abbandonare quel continente – ha affermato il ministro Tajani -. Anche in Africa c’è un problema di immigrazione interna, perchè ci sono alcuni Paesi africani che non vogliono perdere i loro cervelli che scappano in Europa, è un problema non solo di ordine pubblico ma anche politico. Anche per questo serve una visione e una strategia e questo governo ce l’ha. Sul Piano Mattei andiamo avanti, stiamo lavorando, parte della nostra azione di presenza in Africa è volta a favorire la crescita del continente africano. Io sarò in Egitto a metà mese, il 17, stiamo pianificando una serie di visite in Africa. Ne abbiamo parlato anche oggi in Vaticano per un grande evento sui bambini”, ha concluso.
“Cosa dobbiamo fare con il Piano Mattei? Primo, difendere la tenuta degli Stati. Bisogna dare qualcosa in cambio se si vuole la gestione comune delle migrazioni. L’errore europeo e l’errore italiano è stato spesso di non voler dare nulla in cambio se non dei soldi. Non è quello che cercano. Poi viene l’industrializzazione dell’Africa, per trasformare in loco le materie prime. Quindi bisogna creare le infrastrutture medie, oltre i grandi corridoi”, ha spiegato Mario Giro, Responsabile Relazioni internazionali per la Comunità di Sant’Egidio, già Vice-Ministro al MAECI. Per Emanuela Del Re, già viceministro per gli affari esteri, “è un segnale molto positivo che un paese membro dell’Unione Europea si faccia leader di un progetto come il Piano Mattei, in un momento storico in cui abbiamo bisogno di coraggio e di avere una leadership. L’Italia, nel contesto europeo, sta assumendo l’atteggiamento che ritengo più opportuno in questo momento. L’Unione Europea – ha proseguito – si deve muovere sui valori, ma anche ragionare sugli interessi. Questo è un equilibrio che devo dire l’Italia sta in questo momento mettendo in atto”.
“Il continente africano e il continente europeo condividono una lunga storia di interazione culturale e commerciale”, ha detto il senatore Tony Iwobi, “ma oggi, più che mai, è necessario sviluppare strategie innovative che valorizzino la sostenibilità, l’inclusione e la cooperazione. Il turismo culturale può costruire ponti tra le nostre comunità, valorizzando il patrimonio artistico, storico e gastronomico: dobbiamo facilitare il collegamento e l’accessibilità, investire in infrastrutture e trasporti tra Africa e Italia, promuovere accordi di cooperazione, essenziali per aumentare i flussi turistici bilaterali”.
“L’Africa rappresenta il 3% del commercio mondiale, mentre l’Unione Europea rappresenta il 15,3%. L’Unione Europea rappresenta il 17% del PIL mondiale, mentre l’Africa, con il 18% delle popolazioni mondiali, rappresenta il 5,3%. Nonostante queste disfunzioni, l’Africa e l’Unione Europea si trovano ad affrontare sfide comuni che richiedono una risposta concertata e coordinata, primo tra tutti la gestione dei flussi migratori”, ha detto Youssef Balla, ambasciatore del Marocco in Italia.
“L’Unione Europea, passando per l’Italia, è essenziale per affrontare le sfide di costruzione di un futuro più prospero. Dipende dalla nostra capacità di stabilire partenariati veramente equilibrati e sulla comprensione delle sfide comuni. L’Africa può e deve essere un alleato strategico e un attore chiave nella costruzione di un mondo più giusto e sostenibile”, ha concluso.
“L’importanza delle infrastrutture in Africa è fondamentale. A causa della loro mancanza, il rapporto di import-export tra i paesi africani è solamente del 4%, quando negli altri continenti di norma è intorno al 40%. Se non si investe nelle infrastrutture, nel continente niente funzionerà. Il piano Mattei è molto ambizioso e noi lo apprezziamo. Per lo sviluppo dell’Africa bisogna creare una piattaforma che trasmetta ai paesi africani la tecnologia e le conoscenza italiane. L’Italia è il paese che può farlo. In Italia ci sono dei leader come Tajani, Meloni e Salvini che possono farlo. Ci sono la volontà, la storia e le possibilità per l’Italia di investire nello sviluppo dell’Africa”, ha sottolineato l’ambasciatore d’Egitto in Italia, Bassam Radi.
“L’Africa ha un peso crescente nei processi globali. Parlare di Africa significa oggi parlare di Piano Mattei, una piattaforma in evoluzione per un piano di investimenti che attira anche risorse finanziarie da parte delle banche multilaterali di sviluppo e di altri grandi partner, sorretto da una comunanza di valori e dalla condivisione con i paesi africani. Credo che attraverso una visione, attraverso buone alleanze, attraverso risorse e una capacità strategica di interventi, i destini fra l’Italia e l’Africa e fra l’Europa e l’Africa possono solo intrecciarsi di più, con benefici comuni”, ha concluso Nicoletta Bombardiere, direttore generale Mondializzazione del MAECI.
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