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All’Università Cattolica MasterChef, un “capitale culturale culinario”

MILANO (ITALPRESS) – I tre giudici Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli, hanno partecipato oggi nel campus milanese dell’Università Cattolica alla presentazione della nuova edizione di MasterChef Italia.
L’occasione è stata la cerimonia di consegna dei diplomi agli studenti del Master Fare Tv dell’Ateneo. Un unico momento speciale per due eventi collegati da diverse ragioni. «Innanzitutto, MasterChef è ormai definitivamente un oggetto di studio come prodotto televisivo – ha dichiarato Massimo Scaglioni, direttore del Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi (Ce.R.T.A.) dell’Ateneo. Infatti, il format originario, creato in Gran Bretagna da Franc Roddam, è nato nel 1990, e nel mondo sono state prodotte più di 500 edizioni dal reboot nel 2005, in 70 versioni locali (3 delle quali si aggiungeranno proprio nel 2024), con oltre 300 milioni di spettatori nel mondo e più di 10mila episodi in onda. Il programma ha una lunga storia anche nel nostro Paese dove, con la nuova edizione dello show Sky Original prodotto da Endemol Shine Italy in partenza giovedì 14 dicembre su Sky e in streaming su NOW, MasterChef festeggerà i suoi 300 episodi della versione italiana».
Inoltre, considerando che la cucina è un elemento essenziale della cultura nazionale, «MasterChef rientra in quello che è stato definito “capitale culturale culinario”. Un aspetto, quest’ultimo, strettamente collegato al turismo locale finalizzato alla frequentazione di ristoranti» – ha aggiunto Scaglioni.
Inoltre, «l’incontro – ha sottolineato Anna Sfardini, direttore didattico del master Fare Tv. Management del broadcasting e dello streaming, ha voluto festeggiare con questi ospiti speciali gli allievi dell’XI edizione del Master dell’Alta Scuola in Media, comunicazione e spettacolo (Almed) dell’Università Cattolica, che hanno ricevuto il diploma al termine del dialogo con gli ospiti». Questo è un modo speciale «per ribadire l’obiettivo del Master di formare i giovani a quel mondo audiovisivo fatto di lavori e professionisti concreti, oltre che di immagini e immaginari».
Insieme ai saluti del direttore della sede di Milano dell’Ateneo Mario Gatti, Fausto Colombo, prorettore delegato alle attività di comunicazione dell’Ateneo, ha evidenziato tre punti di contatto tra l’Università e MasterChef: «Il cibo è convivialità come quella che si crea in università; è identità di un Paese fatto di diverse tradizioni culinarie e culturali; è portatore di valori come la solidarietà».
Di questi valori e delle novità introdotte dal programma hanno parlato anche i tre chef stellati che si sono confrontati davanti agli studenti. «MasterChef mi ha dato la possibilità di scoprire talenti e negli anni ho cercato di alzare l’asticella nel giudicare i concorrenti che sono cambiati nel tempo perchè oggi le persone sanno cos’è la cucina» – ha detto Bruno Barbieri. «Per me MasterChef è un allenamento, poi vado in cucina a fare la partita» – ha aggiunto Antonino Cannavacciuolo, sottolineando la valenza culturale del programma che ha sempre valorizzato la tradizione del cibo e l’eccellenza dei prodotti italiani.
A parlare del mestiere dello chef è stato poi Giorgio Locatelli che ha evidenziato come «l’esposizione mediatica che la cucina ha ricevuto negli ultimi anni ha cambiato il nostro lavoro. Oggi cucinare è diventato un mestiere». Ma insieme al lavoro c’è anche la storia delle persone che cucinano, la sincerità con cui si presentano e la creatività che esprimono, e tutto questo è chiamato in causa nel momento in cui gli chef giudicano, insieme naturalmente al prodotto e alla sua presentazione.
MasterChef è cresciuto negli anni grazie anche ai social che l’hanno reso famoso nel mondo. Tutti ormai fotografiamo i piatti particolari che assaggiamo e, come ha detto Barbieri, «per sapere cosa succedeva dall’altra parte del mondo un tempo si doveva prendere un aereo, oggi si sa tutto attraverso i social» anche se, ha aggiunto Cannavacciuolo, «è vero che i social fanno conoscere tutto in fretta ma lo fanno anche sparire in fretta. Quello che crei oggi domani è già vecchio e su questo bisogna riflettere».
Certo è che, come ha sottolineato Locatelli, «l’impatto di tv e social sono fondamentali perchè hanno fatto diventare il nostro mestiere una professione che racconta il nostro cibo fatto di storia e società. Oggi il cibo è alla portata di tutti mentre prima era inaccessibile ed elitario. L’atto del mangiare ci mette tutti sullo stesso piano e mi piace pensare che le cucine nel mondo siano inclusive».
Le novità della nuova edizione del programma sono attese da tutti prima di Natale in quanto «MasterChef è uno dei formati più completi nel panorama televisivo perchè ha tante caratteristiche aderenti alla cultura del nostro Paese e delle nostre abitudini, racchiude l’eleganza, è al passo con le tendenze culinarie, attento alle abitudini , ai posti dove si va a mangiare, al cibo che viene portato a casa» – ha dichiarato Francesca De Martini, Original Productions Entertainment Pay & Free-To-Air Director Sky Italia. Inoltre, è un programma moderno. Come ha sottolineato Leonardo Pasquinelli, amministratore delegato di Endemol Shine Italy, «ogni anno inseriamo modifiche e diamo importanza alle storie delle persone e alle emozioni che si aggiungono ai meccanismi della competizione. Le persone portano con sè la tradizione, le ricette imparate in famiglia e questo diventa materia importantissima per gli chef che sono i “bravi” nel mondo, diventati star perchè sanno empatizzare con i concorrenti».
-foto ufficio stampa Università Cattolica –
(ITALPRESS).

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