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Blue economy, Sicilia attore chiave per un futuro più sostenibile

Blue economy, Sicilia attore chiave per un futuro più sostenibile

ROMA (ITALPRESS) – La Sicilia non è solo una destinazione turistica di rara bellezza, ma può svolgere il ruolo di attore chiave nella realizzazione di un futuro più sostenibile. Per la sua posizione geografica, al centro del Mare Nostrum, si sta affermando come un vero e proprio asse strategico per lo sviluppo di una transizione energetica e di una blue economy sostenibili.

Il pilastro fondamentale di questa innovazione, che promette di plasmare il futuro energetico del Paese, è rappresentato da Med Wind, il più grande progetto di parco eolico offshore flottante del Mediterraneo. L’impianto, progettato da Renexia, sorgerà a oltre 80 km dalla costa siciliana, al largo di Trapani, e si posiziona come un esempio pionieristico di sviluppo energetico sostenibile, combinando la produzione di energia pulita con la salvaguardia degli ecosistemi marini e il benessere delle comunità locali.

Accanto all’eolico galleggiante, un’altra soluzione ingegneristica per la sostenibilità e la resilienza idrica delle isole e degli arcipelaghi è rappresentata dalla nave con dissalatore a bordo, ideata a realizzata da Marnavi. In aree sempre più soggette a stress idrico e di difficile approvvigionamento, questa innovazione offre una risposta flessibile ed efficiente. Il dissalatore mobile marino può essere dispiegato rapidamente e con grande flessibilità di portata, nelle zone con maggiore necessità di acqua potabile, evitando la costruzione di infrastrutture fisse costose, energivore ed invasive. L’obiettivo è creare un modello di sviluppo che sia in armonia con l’ambiente, riducendo la presenza, soprattutto nelle Aree Marine Protette, di grandi impianti di desalinizzazione a terra che alterano i fragili equilibri costieri a causa degli scarichi altamente impattanti di salamoia.

Questi i principali temi al centro del convegno “Sicilia e Mediterraneo. Rinnovabili, innovazione e green jobs per la blue economy”, promosso da Fondazione UniVerde e Stazione Zoologica Anton Dohrn – Napoli con main partner Renexia e con event partner Marnavi, che si è svolto oggi a Roma alla Sala conferenze dell’Università Mercatorum e in diretta streaming su Radio Radicale. L’evento è stato aperto dal saluto di benvenuto di Giovanni Cannata (Rettore dell’Universitas Mercatorum): “L’economia del mare rappresenta un settore strategico di straordinaria rilevanza, soprattutto per una regione come la Sicilia, che si configura sempre più come un autentico “hub blu” del Mediterraneo. In questo contesto, è fondamentale il ruolo di un sistema formativo moderno e accessibile, come quello online, per accompagnare efficacemente i processi di transizione digitale e green”.

Alfonso Pecoraro Scanio (Presidente della Fondazione UniVerde): “L’impatto delle attività antropiche e il cambiamento climatico stanno modificando la natura degli ecosistemi marini, comportando una grave perdita di biodiversità. È necessario agire: l’UE ci chiede l’impegno a proteggere entro il 2030 il 30% delle superfici marine e terrestri ma c’è ancora molto da fare. La diffusione attenta e sostenibile dell’eolico offshore offre l’opportunità di creare zone protette in prossimità degli impianti a mare per il ripopolamento e il recupero degli habitat, nel rispetto delle rotte dei migratori e dei mammiferi marini. Dall’altro, dobbiamo tenere conto di soluzioni meno impattanti della dissalazione con impianti fissi, che in base alla ricerca scientifica possono essere molto rilevanti. È anche una questione di buon senso evitare di disseminare le isole minori o interi arcipelaghi di dissalatori fissi, energivori e particolarmente dannosi per la salute umana e per gli ecosistemi costieri. L’ipotesi di adottare la nave dissalatore rappresenta la soluzione più sicura, dal punto di vista sanitario e ambientale, per la fornitura di acqua potabile di qualità. L’indipendenza energetica ed idrica così come le transizioni ecologica e digitale, si portano a compimento con le rinnovabili e con la capacità italiana di fare innovazione. Le best practice presentate oggi ne sono un chiaro esempio”.

A differenza degli impianti nearshore, che spesso incontrano resistenze a causa dell’impatto visivo e delle possibili interferenze con la navigazione e la pesca costiera, le strutture galleggianti di Med Wind possono essere posizionate a maggiori distanze dalla costa, senza comportare trivellazioni del fondale ma ricorrendo a un sistema di ormeggi. Questo non solo mitiga l’impatto paesaggistico e ambientale, preservando la bellezza incontaminata delle coste siciliane e degli ecosistemi marini, ma permette anche di sfruttare venti più forti e costanti presenti al largo, massimizzando la produzione di energia pulita. Lo Studio di Impatto Ambientale (SIA), realizzato dal RINA e già depositato presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, consolida i risultati di 18 mesi di ricerca.

Ulteriori studi, durati complessivamente 14 mesi, si sono concentrati sull’avifauna, sui cetacei, sui rettili marini, sulla pesca sperimentale e sul marine litter, coinvolgendo ricercatori e tecnici della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli e delle Università di Messina, Palermo, Genova e del CNR di Capo Granitola. La selezione dell’area per l’impianto, in particolare, è il risultato di un’approfondita campagna di indagini ambientali, geofisiche, geotecniche e archeologiche, condotte con il supporto della Marina Militare e la collaborazione della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli.

Le indagini batimetriche, effettuate con un sofisticato ecoscandaglio multifascio e veicoli robotici subacquei, hanno prodotto una dettagliata mappa tridimensionale del fondale marino consentendo di identificare un sito ottimale e garantendo al contempo la protezione della biodiversità marina.

Per Silvio Greco (Vice presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn – Napoli e Professore Ordinario di Ecologia presso l’Università degli Studi di Pollenzo) “è necessario accelerare i processi autorizzativi per l’eolico off-shore galleggiante e nello stesso tempo ricordiamo che la pianificazione dei piani di gestione degli spazi marini, prevista dalla direttiva 2014/89/UE del 23 luglio 2014, che istituisce un quadro per la pianificazione dello spazio marittimo, non risulta ancora, a distanza di dieci anni, essere stata attuata. Guardo inoltre con grande interesse alla nave dissalatrice che si presta in modo particolare negli arcipelaghi italiani“.

Gaetano Armao (Presidente della Commissione tecnica specialistica per le autorizzazioni ambientali, Regione Siciliana): “L’eolico marino galleggiante (c.d. offshore) è una straordinaria opportunità per la Sicilia che sarà protagonista, per numero di impianti, per il porto hub di Augusta e per l’indotto industriale coinvolto, di questa grande sfida tecnologica per la transizione energetica che libera il territorio da nuovi impianti e consente di conseguire gli obiettivi europei per la transizione ecologica. La Sicilia sta svolgendo il ruolo guida nella grande trasformazione energetica nazionale ed europea, ma occorre, subito, passare al prezzo zonale per attenuare l’insostenibile onere delle bollette per i siciliani ed offrire nuove leve per l’attrazione degli investimenti nella Regione”.

Al panel ‘Rinnovabili, innovazione e green jobs per la blue economy’ sono intervenuti:  Riccardo Toto (Direttore Generale di Renexia): “L’eolico marino galleggiante garantirebbe al Paese una maggiore sicurezza energetica e l’avvio di una filiera industriale capace di proiettare l’Italia in una posizione di rilievo nell’industria eolica dell’intero bacino del Mediterraneo garantendo, come in Sicilia, rilevanza al ruolo delle Regioni che guardano con interesse alle ricadute economiche e sociali positive sul proprio territorio. Serve, tuttavia, una integrazione del decreto Fer2 con l’obiettivo di distinguere tra eolico marino tradizionale e flottante, due tecnologie molto diverse tra loro anche per costi di realizzazione. Inoltre, è importante aumentare il contingente di eolico marino galleggiante al 2040 ad almeno 15GW per allinearlo agli strumenti di programmazione vigenti. È poi necessario prevedere la possibilità di accedere alle aste per i soli progetti con Autorizzazione Unica, ed evitare così il rischio di assegnare la tariffa a progetti che, con la sola VIA (Valutazione Impatto Ambientale), potrebbero non ottenere l’autorizzazione ad essere costruiti. Senza tali modifiche, industria e investitori non sono nelle condizioni di sviluppare in maniera efficace l’unica tecnologia – l’eolico marino galleggiante – che ha le più alte possibilità di sviluppo nel settore delle rinnovabili per le sue grandi capacità di produzione energetica e il suo impatto zero a livello ambientale e paesaggistico, vista la grande distanza degli impianti dalle coste. Questa potenzialità va sfruttata per realizzare una nuova filiera industriale di settore volta a garantire il giusto mix energetico e l’indipendenza energetica dell’Italia”.

Francesco Aliberti (già Professore al Dipartimento di Biologia presso l’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’ e Consulente Marnavi): “Parlare oggi di Blue Economy significa affrontare con serietà e responsabilità il rapporto tra innovazione e tutela ambientale. Il Mediterraneo, con la sua straordinaria biodiversità e la fragilità dei suoi ecosistemi, non può permettersi soluzioni che risolvono un problema creandone altri. La Marine Mobile Desalination Unit di Marnavi è un modello di nave dissalatore che dimostra come sia possibile produrre acqua dolce in modo sostenibile, evitando impatti paesaggistici e danni agli habitat marini. Grazie alla tecnologia dell’osmosi inversa, ormai ampiamente diffusa, con un sistema di remineralizzazione rigidamente controllato in ottemperanza delle recenti normative, che permette la migliore acqua potabile per la distribuzione, il dissalatore mobile sostituisce efficacemente e contemporaneamente anche più impianti, a terra in aree protette, dove spesso la normativa consente installazioni senza Valutazione di Impatto Ambientale. Una risposta concreta alle esigenze delle comunità costiere e insulari, che spesso pagano il prezzo più alto dei cambiamenti climatici. La nostra sfida, oggi, è fare in modo che l’innovazione non sia solo efficiente, ma anche etica e rispettosa del mare”.

A seguire, al panel ‘Politiche del mare per lo sviluppo sostenibile’ sono intervenuti: Francesco Colianni (Assessore all’Energia e Servizi di pubblica utilità, Regione Siciliana): “La Regione Siciliana, tra le Regioni italiane, è la prima per investimenti nelle rinnovabili. Stiamo lavorando ad una pianificazione che veda, nel brevissimo periodo, l’approvazione del PEARS con, anche, un dispositivo applicativo che possa regolamentare al meglio gli investimenti. Attendiamo, inoltre, quello che sarà l’indirizzo nazionale legato alle aree idonee e non idonee che potrebbe, peraltro, individuare le c.d. aree di accelerazione. Oltre ciò, stiamo diversificando la soluzione energetica ed entro i mesi di settembre/ottobre il Parlamento Regionale dovrebbe approvare la legge sull’idroelettrico, che è in esame presso la IV Commissione “Ambiente”, così come per il settore geotermico, e così come anche per il settore dell’idrogeno che vedrà, nel brevissimo periodo, un investimento sul FESR 2021- 2027. Abbiamo già investito, nelle scorse settimane, circa 104 milioni di euro destinati all’efficientamento energetico degli enti locali, dei liberi consorzi e degli enti non territoriali che, stimiamo, arriveranno a quasi 180 milioni di euro con il partenariato pubblico-privato previsto in determinati avvisi pubblicati la scorsa settimana. La Regione, rispetto alla transizione energetica sta guidando il processo in modo razionale e continuerà a farlo con un approccio pragmatico, consapevoli dell’importanza del tema”.

Salvatore Quinci (Presidente del Libero Consorzio Comunale di Trapani e Sindaco di Mazara del Vallo): “Il mediterraneo è al centro di percorsi innovativi in cui immaginare una blue economy in grado di generare sinergie importanti in tema di rinnovabili, sostenibilità e green jobs. La sfida dell’eolico offshore nel canale di Sicilia è una sfida che la comunità trapanese accoglie consapevole che è in grado di generare sviluppo e occupazione e può assolutamente essere compatibile con un settore, quello della pesca, che deve innovare pena un declino ineluttabile. Piuttosto, può costituire l’innesco di percorsi in grado di generare valore diffuso anche per i territori ospitanti”.

Paolo Boccardelli (Rettore dell’Università Luiss Guido Carli di Roma): “L’economia del mare rappresenta una frontiera strategica per coniugare crescita economica e tutela dell’ambiente; in particolare, lo sviluppo dell’eolico offshore offre un’opportunità concreta per creare valore economico senza compromettere le risorse naturali. Affinché questa visione si realizzi, è fondamentale che le imprese adottino comportamenti responsabili, capaci di integrare l’innovazione tecnologica con la salvaguardia degli ecosistemi marini. Per questo diventa cruciale colmare il gap di competenze, puntando su professionisti altamente specializzati, promuovendo l’apprendimento permanente e una formazione che combini innovazione e sviluppo del capitale umano: così la sostenibilità potrà diventare una vera leva strategica di crescita. Altro tema chiave è costituito dalle procedure amministrative per la realizzazione di questi imponenti progetti: gli iter autorizzativi, complessi e frammentati e che possono comportare tempi molto lunghi, sono di ostacolo ad un concreto sviluppo delle energie rinnovabili. È perciò auspicabile un intervento legislativo volto a semplificare e armonizzare i processi e a garantire tempi certi per l’esame e il varo dei progetti, soprattutto in riferimento alle iniziative che supportano la transizione energetica e la decarbonizzazione”.

Ivana Lidia Bonaccorsi (Professore Associato all’Università degli Studi di Messina e Vicepresidente dell’Area Marina Protetta Capo Milazzo): “Le Aree Marine Protette rappresentano un presidio essenziale di biodiversità e uno spazio di dialogo tra ricerca scientifica, innovazione e sviluppo sostenibile. Progetti come l’eolico offshore galleggiante Med Wind e la nave dissalatore mobile dimostrano, anche grazie agli studi condotti fino ad oggi, come sia possibile immaginare un futuro in cui energia pulita e risorse idriche di qualità convivano con la protezione dei mari. L’Area Marina Protetta Capo Milazzo, grazie anche alla sua vicinanza con le Isole Eolie, è un contesto di grande valore per promuovere soluzioni in grado di rispondere concretamente alle sfide ambientali. La nave dissalatore mobile, come confermato dagli studi realizzati, è capace di disperdere la salamoia in movimento in mare aperto, contribuendo ad affrontare la carenza di acqua nelle isole e negli arcipelaghi, evitando l’impatto dell’accumulo di salamoia lungo le coste e riducendo i rischi per gli ecosistemi costieri. La promozione di una transizione energetica basata su fonti rinnovabili può rappresentare un volano di benessere ambientale e sviluppo turistico sostenibile per i territori costieri e insulari. Investire in tecnologie pulite e soluzioni innovative significa ridurre l’inquinamento, tutelare la qualità delle acque e preservare la ricchezza degli ecosistemi marini, elementi fondamentali per la salute delle Aree Marine Protette. Un territorio più protetto, curato e orientato alla sostenibilità diventa anche più attrattivo per un turismo di qualità, legato al mare, alla biodiversità e alle esperienze responsabili. In questa direzione, l’impegno congiunto tra università, enti di gestione e comunità locali punta a consolidare modelli virtuosi di integrazione tra innovazione, tutela ambientale ed economia turistica di eccellenza, generando benefici concreti per le comunità e rafforzando la capacità di risposta alle sfide ambientali future”.

Gaetano Vecchio (Presidente Confindustria Sicilia): “L’eolico offshore rappresenta una sfida ed una concreta opportunità per la Sicilia che può diventare il polo industriale europeo per tale tecnologia. Si tratta di una opportunità che ci potrebbe permettere di dare nuova vita alle aree industriali dell’isola, a partire da Augusta e Priolo”.

Al convegno, moderato da Antonio Cianciullo (Giornalista e scrittore), sono stati illustrati approcci scientifici per la protezione del mare nella realizzazione di impianti rinnovabili offshore, insieme all’innovazione per la tutela costiera connessa ai processi sostenibili di dissalazione.

Le scelte relative all’eolico offshore galleggiante di Renexia riflettono un impegno a minimizzare l’impatto visivo e a proteggere habitat marini, rotte migratorie e aree costiere ad alto valore paesaggistico e turistico. Il posizionamento strategico dei generatori flottanti di Med Wind garantirà una produzione annuale di energia pulita stimata in 9 TWh, sufficiente a soddisfare il fabbisogno energetico di circa 3,4 milioni di famiglie e a ridurre le emissioni di CO2 di circa 2,7 milioni di tonnellate all’anno.

Con un investimento complessivo di circa 9,9 miliardi di euro, l’impianto è destinato a generare migliaia di green jobs altamente qualificati lungo tutto l’arco di vita dell’impianto. Il player ha fin dall’inizio adottato un modello basato sull’inclusione e sul dialogo costante con le comunità locali. Attraverso un approccio partecipativo, sono stati coinvolti istituzioni, associazioni e stakeholder per garantire massima trasparenza e compatibilità con il territorio.

Allo stesso modo, l’approccio della nave dissalatore di Marnavi è creare un modello di sviluppo che sia in armonia con l’ambiente, salvaguardando la ricca biodiversità del Mediterraneo, un patrimonio inestimabile da preservare per le generazioni future. Questa tecnologia rappresenta un’alternativa rispetto ai dissalatori fissi che hanno un impatto ambientale significativo e all’ingombro strutturale che determina ulteriore consumo di suolo che occorre invece preservare.

La mobilità della nave consente un approccio più flessibile e meno invasivo, captando acqua al largo, quindi di maggiore qualità, e disperdendo i residui salini tramite il moto delle eliche, proteggendo così la biodiversità a ridosso delle coste. Attraverso l’innovazione nella produzione di energia eolica offshore e di risorse idriche a basso impatto, la Sicilia ha la capacità di dimostrare come sia possibile coniugare crescita economica, indipendenza e democrazia energetica ed idrica al profondo rispetto per l’ambiente, tracciando la rotta per un Mediterraneo più resiliente alla crisi climatica e agli impatti antropici.

– Foto Fondazione Univerde –

(ITALPRESS)

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