
“Non c’è una vera differenza nelle modalità di chirurgia mini-invasiva, che è entrata nel nostro mondo ormai da tanti anni: una delle caratteristiche principali è l’essere meno traumatica per l’organismo, riducendo la caduta delle difese immunitarie; per una malattia troppo estesa, con il coinvolgimento di tanti organi, non sempre la chirurgia mini-invasiva è in grado di fare un trattamento oncologico adeguato”, ha dichiarato Pierenrico Marchesa, primario di Oncologia medica presso l’ospedale Civico di Palermo, intervistato per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
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