La mostra – visitabile dal 14 novembre 2025 al 30 gennaio 2026 – nasce con l’obiettivo di riportare alla luce le storie di diciassette figure femminili che, tra i primi anni del Novecento e gli anni Quaranta, hanno lasciato un segno profondo in un settore che troppo spesso la storiografia ha raccontato declinato al maschile. Attrici, sceneggiatrici, registe, montatrici, produttrici: donne che non solo hanno attraversato la scena cinematografica, ma l’hanno modellata con audacia, competenza e una sorprendente modernità di sguardo.
Durante la conferenza stampa, Borgonzoni e Saccone hanno ricordato come il cinema muto, in Italia come negli Stati Uniti e in Francia, fosse un terreno straordinariamente fertile per la creatività femminile. All’epoca, negli USA, le sceneggiatrici superavano numericamente i colleghi uomini in rapporto di dieci a uno: un dato clamoroso, quasi cancellato dalla memoria storica. L’esposizione vuole quindi restituire visibilità a quel patrimonio nascosto, grazie a un lavoro di ricerca capillare condotto tra archivi, riviste d’epoca, documenti privati e persino pellicole ritrovate in forma frammentaria.
Il percorso espositivo è costruito come un viaggio cronologico che si apre con Elvira Notari, prima grande regista italiana — di cui quest’anno ricorre il 150º anniversario della nascita — e si chiude con la doppiatrice Rosetta Calavetta, voce iconica del cinema italiano del dopoguerra. Tra queste due figure si dipana un mosaico di storie sorprendenti: artiste che hanno fondato case di produzione proprie, innovatrici che hanno sfidato convenzioni sociali e narrative, protagoniste che hanno reinterpretato il ruolo della donna sullo schermo e dietro la macchina da presa.
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(Video di Stefano Vaccara)