ROMA (ITALPRESS) – La posizione degli italiani in merito al dibattito emerso dai lavori della COP28 di Dubai, durante la quale una ventina di Paesi hanno annunciato di voler triplicare la produzione di energia nucleare è chiara. No al nucleare da fissione (65%), sì al solare (81%) con la richiesta al Governo di aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili (70%).
L’eolico offshore è valutato positivamente dal 90% degli intervistati con un aumento (+16%) di chi ritiene però fondamentale il rispetto della fauna marina (30%), delle rotte degli uccelli migratori (20%) e il sostegno all’economia locale (24%). Il 64% degli intervistati lo ritiene, in ogni caso, asset strategico per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e transizione energetica dell’Italia. E’ quanto emerge dal 21^ Rapporto “Gli italiani, le rinnovabili e la green & blue economy” con focus su “Il cambiamento climatico e le transizioni energetica, ecologica e digitale” realizzato dalla Fondazione UniVerde e da Noto Sondaggi, i cui dati sono stati divulgati ieri pomeriggio nel corso dell’evento “ReNew Energies: indipendenza energetica sostenibile” organizzato con la main partnership di Renexia e trasmesso in diretta streaming social e su Radio Radicale con collegamento dalla redazione romana dell’Agenzia di Stampa Italpress. Media partners dell’evento: Radio Radicale, Italpress, TeleAmbiente, Askanews, Canale Energia, Opera2030.
Per Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde, “i dati confermano in modo chiarissimo il sostegno popolare alle rinnovabili, a partire dal solare e dall’eolico, e la netta bocciatura del nucleare. Le sfide per le transizioni energetica, ecologica e digitale sono evidenti per una fascia amplissima di cittadini, sempre più attenti alla crisi climatica in atto. In particolare, eolico offshore, che non consumi territorio e tuteli il mare, agrivoltaico e parchi agrisolari, che rispettino i terreni agricoli e coinvolgano gli agricoltori, sono viste tra le formule meno impattanti delle rinnovabili da realizzare. Il flop della COP28 sul phase out e la bocciatura dell’Italia sulle performance climatiche sono un campanello di allarme: rischiamo un caos climatico sempre più vicino. Secondo stimati osservatori internazionali, il nostro Paese è retrocesso di ben 15 posizioni, attestandosi al 44°, nella graduatoria per impegno nella lotta al cambiamento climatico. Raccogliamo l’appello degli italiani emerso dal Rapporto e lo rivolgiamo alle Istituzioni nazionali e locali, al mondo della finanza e alle imprese per una rapida uscita dalla stagione dei fossili e maggiori investimenti nelle rinnovabili, ma anche nella ricerca e nello sviluppo di altre fonti sostenibili che per l’Italia significano ridurre drasticamente i costi in bolletta e intraprendere virtuosamente la strada dell’indipendenza energetica”. Per Riccardo Toto, direttore generale di Renexia, “per realizzare i grandi impianti eolici offshore, fondamentali per contribuire in maniera sensibile al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi europei in termini di decarbonizzazione, è necessario che ci sia una normativa in grado di sostenere un tale sviluppo. Dal punto di vista finanziario bisognerebbe introdurre un tax credit, per riconoscere un beneficio fiscale a chi sta effettivamente investendo in tecnologia innovativa. Il nostro auspicio è che queste, e altre misure possano essere recepite e inserite nel decreto ministeriale FER2 dedicato alle rinnovabili innovative”. La nuova rilevazione vede l’82% degli italiani sicuro che il mercato dell’energia del futuro andrà verso le rinnovabili. Nel dettaglio, le fonti di energia su cui l’Italia, pensando al futuro, dovrebbe puntare sono in particolare: solare (81%, +4% rispetto al precedente Rapporto) ed eolico (58%) che sale fortemente nei consensi quando si parla di offshore.
Alquanto stabile il trend di chi ritiene il solare compatibile con l’ambiente (83%) e sicuro (77%) e dotarsi di un impianto fotovoltaico, con il 24%, resta l’intervento considerato prioritario dagli italiani per l’efficienza energetica delle proprie case, seguito da rivestimenti esterni con isolanti (14%), doppi vetri (10%), sistemi di risparmio per l’acqua (7%). Tuttavia, resta alta la percentuale (76%) di chi ritiene che passare al solare oggi sia dispendioso da sostenere e di chi lo ritiene ancora tecnicamente complesso (61%) e burocraticamente difficile (59%). Se il solare si afferma sul mercato privato l’eolico, soprattutto l’offshore, è apprezzato e riconosciuto quale tecnologia capace di dare sicurezza energetica al Paese.
Secondo il giudizio degli italiani, sarebbe importante per l’Italia incentivare tale tecnologia (76%) e per incoraggiarne lo sviluppo si dovrebbe intervenire per velocizzare i tempi di autorizzazione (42%), aumentare i fondi a disposizione (39%), costituire una filiera locale e nazionale per la produzione dei componenti quali turbine etc. (32%), favorire la realizzazione degli impianti di grandi dimensioni (22%), investire nello sviluppo di infrastrutture portuali (18%). Perde qualche punto la percentuale degli italiani che vorrebbe invece incentivare la ricerca e lo sviluppo nell’idrogeno per la transizione energetica (68%). Federico Boschi, capo Dipartimento Energia del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha riconosciuto che la tecnologia eolica offshore è importante da sviluppare e sarà molto rilevante nel prossimo decennio, evidenziando che il nuovo Dl Energia, recentemente approvato, prevede investimenti sulle rinnovabili e sistemi di incentivazione.
Riccardo Rigillo, capo di Gabinetto del ministero per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, ha riconosciuto che dal Rapporto traspare una maggiore consapevolezza, da parte dei cittadini, sui temi dell’energia e del cambiamento climatico e ciò rappresenta un segnale importante. Con riferimento all’eolico offshore, ha considerato matura e di primo livello la tecnologia italiana, e per questo importante da incentivare.
Marco Lupo, direttore generale dell’Unità di Missione per il Pnrr del ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, ha focalizzato la propria attenzione sull’applicazione del fotovoltaico in agricoltura, nella fattispecie i parchi agrisolari, riferendo che per il loro sviluppo il ministero ha incrementato la dotazione finanziaria, attraverso la rimodulazione del Pnrr, da 1,5 a oltre 2,3 miliardi.
(ITALPRESS).
– Foto: Fondazione UniVerde –
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