ROMA (ITALPRESS) – In Italia c’è forte pessimismo sul futuro della salute: quasi il 40% dei cittadini è infatti convinto che la salute della popolazione sarà peggiore entro 5 anni, percentuale che raggiunge quasi il 50% nel giro di 20 anni, con un picco ulteriore tra le nuove generazioni (55%). E’ quanto emerge dall’indagine “Il futuro della salute” presentata da Novartis nel corso dell’evento “Partner per il Futuro. Reimmaginiamo la salute insieme”.
“Investire sul futuro della salute e dunque sul futuro dell’Italia è un dovere per un’azienda come Novartis, fortemente radicata nel Paese e naturalmente proiettata al domani. Contribuiamo allo sviluppo del paese ed al futuro della salute – ha detto Valentino Confalone, Country President Novartis Italia – attraverso investimenti mirati sull’innovazione, rafforzamento dei siti produttivi in Italia e partnership strategiche. Così abbiamo deciso di investire in Italia 350 milioni entro il 2025 per rafforzare la nostra attività di Ricerca & Sviluppo e quella di produzione nei poli di eccellenza di Torre Annunziata e di Ivrea. La salute del domani non si può reimmaginare da soli: così lavoriamo al fianco delle istituzioni nazionali e regionali e collaboriamo con il Consiglio Nazionale dei Giovani per integrare la visione delle nuove generazioni nella sanità del futuro”.
Dall’indagine emerge che per i cittadini intervistati i fattori che potranno incidere negativamente sul futuro della salute sono la pressione sul Sistema Sanitario Nazionale con la conseguente difficoltà ad accedere alle prestazioni sanitarie (42%), l’aumento dei tumori (38%), di malattie collegate a stili di vita errati (38%) e di disturbi come ansia e depressione (37%).
Dall’altra parte, le “speranze” degli italiani per migliorare il futuro della salute si concentrano sull’innovazione diagnostica (40%) e terapeutica (39%), sui progressi della ricerca scientifica per trattare malattie incurabili (39%), sull’avanzamento della tecnologia e della telemedicina (38%), ma anche sulla diffusione di pratiche come l’assistenza domiciliare (78%) e lo sviluppo di partnership pubblico-privato (72%).
“Alla visione negativa delle nuove generazioni rispetto al futuro della salute deve corrispondere lo sforzo di tutti gli attori del Sistema Paese per invertire la rotta. E’ un lavoro che il CNG fa quotidianamente da anni” ha spiegato Maria Cristina Rosaria Pisani, presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani “che ora si potrà impreziosire della collaborazione con Novartis. E’ estremamente positivo che un’azienda voglia reimmaginare insieme ai giovani la salute del domani. Avvieremo un percorso che prenderà il via con alcuni tavoli di lavoro che coinvolgeranno attivamente giovani medici e ricercatori, rappresentanti dei pazienti e delle istituzioni e manager della sanità per raccogliere il loro punto di vista e le loro esigenze. L’obiettivo che ci siamo prefissi è quello di elaborare una serie di proposte durante gli Stati Generali delle Politiche Giovanili in programma all’inizio del 2024”.
Chi contribuirà a migliorare il futuro della salute? I cittadini riconoscono il ruolo fondamentale dei “Partner” chiamati a lavorare per il futuro della salute: prima di tutto i ricercatori impegnati in R&S (73%), medici e infermieri che lavorano quotidianamente sul campo (68%), ma anche i singoli cittadini attraverso una maggiore consapevolezza (65%), le aziende farmaceutiche (60%), le Istituzioni (58%) e le Associazioni Pazienti (55%).
I professionisti della sanità sono i più pessimisti rispetto al futuro della salute in Italia: infatti, il 50% e il 61% dei medici pensano che la salute della popolazione peggiorerà rispettivamente tra 5 e 20 anni (+12% e +14% rispetto alla media del campione). I medici concordano con i cittadini nel ritenere che la possibile pressione sul SSN (41%), l’aumento della frequenza dei tumori (43%), delle malattie derivanti da stili di vita errati (40%) e dei disturbi come ansia e depressione (37%) possano impattare negativamente sulla salute del domani, ma invitano a prestare attenzione anche ai rischi connessi alla carenza del personale sanitario e a episodi di burn out (35%), oltre che all’incremento delle malattie croniche (33%). Dall’altro lato, per migliorare la salute del domani, guardano con fiducia ai progressi della ricerca scientifica (43%) e ai contributi portati dalla prevenzione e delle attività di screening (42%), dalla medicina personalizzata (41%), dall’innovazione diagnostica (41%) e dalle tecnologie come la telemedicina (37%).
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