MILANO (ITALPRESS) – L’ecografia è un esame che utilizza degli ultrasuoni, onde sonore ad alta frequenza e bassa potenza. Per questo, si tratta di un’indagine innocua, che non presenta controindicazioni, che si esegue con sonde appoggiate sulla superficie corporea, cosparsa da un gel acquoso salino. Le sonde emettono ultrasuoni e ricevono echi, che vengono elaborati per ricavare un’immagine interpretabile della parte del corpo che si vuole indagare. In particolare, l’ecografia internistica è utile per lo studio di gran parte degli organi, a eccezione dell’osso e di quelli che contengono aria. L’ecografia, inoltre, è sempre più utilizzata in medicina e rappresenta, insieme alla visita, il primo passo nel percorso diagnostico e clinico del paziente. Questi alcuni dei temi trattati da Emanuele Fedriga, specialista in radiologia, radiodiagnostica e radioterapia oncologica, nonchè consulente radiologo della Casa di Cura Madonnina del gruppo san Donato e presso il Centro Diagnostico Italiano, intervistato da Marco Klinger per Medicina Top, format tv dell’agenzia Italpress.
“Quello dell’ecografia è un esame poco invasivo, che non ha effetti collaterali perchè non usa onde che possono danneggiare la persona sottoposta, e fornisce un sacco di informazioni che inizialmente sono partite soltanto dalla morfologia, ma che ora ci consentono di dare sempre più indicazioni – ha esordito -. Mentre prima si diceva soltanto quel che si vedeva, ora l’ecografia è diventata multiparametrica, riesce a dare informazioni sull’organo che si va a studiare. E’ un bel passo avanti – ha aggiunto -. Nel futuro immagino macchine sempre più sofisticate che possano dare un’immagine che non sia solo morfologica ma anche funzionale”. In Italia ogni giorno si fanno milioni di ecografie, essendo il primo esame in assoluto, e in Pronto Soccorso c’è l’ecografia di primo approccio, fatta a quasi tutti i pazienti: “Ci sono dei cristalli che sono presenti dentro la sonda e che vengono attivati, semplicemente è l’equivalente di un ecoscandaglio, manda delle specie di freccette che vanno contro l’organo – ha spiegato sul modo in cui si effettua un’ecografia -. L’importante che non ci sia aria oppure osso, perchè in quel caso non riesce a dare un’immagine. Tutto quello che è solido o che si può riempire con l’acqua, come la vescica, può essere studiato con l’ecografia e anche molto bene”. E sono svariati i campi di applicazione dell’ecografia: “Nell’esame della tiroide, perchè dopo una certa età specie nella donna possono comparire tanti noduli. Con un’evoluzione dell’ecografia riusciamo a dire non solo cosa vediamo ma esattamente di che cosa si tratta – ha sottolineato -. Per quanto riguarda le patologie intestinali, va detto che non possiamo vedere polipi e tumori, discorso diverso per le malattie infiammatorie, come il colon irritabile o l’intestino irritabile. Con l’ecografia riusciamo a dire un sacco di cose: riusciamo a confermare la diagnosi, se troviamo per esempio il morbo di Chron riusciamo a valutare la terapia, quanto è vascolarizzata la parete, se la terapia funziona e come mandarla avanti – ha aggiunto Fedriga -. Per l’esame della mammella, la diagnosi precoce del tumore non si può fare con l’ecografia ma non con la mammografia. Bisogna fare sempre prima la mammografia, poi si viene con quella già fatta e noi facciamo l’ecografia. Non il contrario, perchè se la mammografia dice è negativa, io posso comunque vedere un punto mirato con l’ecografia. Un conto è vedere un quadro da due metri e un conto da venti centimetri”.
Il Bel Paese fa però i conti con un numero esiguo di ecografisti esperti e con il fatto che non esiste un titolo di ecografista: “Tutti i medici possono farla, basta che uno compri l’apparecchio e si mette a farla, poi però se si sbaglia sono dolori – ha ricordato -. Il ginecologo fa la parte ostetrica e ginecologica ed è adatto in quell’area, per il resto si rischia molto, non essendoci nessuna regola, non si ha nemmeno bisogno di fare un corso base. E’ molto importante avere una macchina aggiornata, che sia qualitativamente affidabile, ma rimane sempre il problema di chi la guida, se uno non sa le cose puoi dargli in mano la macchina più bella del mondo, ma gli risulterà difficile leggere e interpretare. In Italia gli ecografisti esperti non sono tantissimi, si fa fatica a trovarli e il problema è quanto ci si può fidare – ha concluso -. Speriamo che non si arrivi come negli Usa, dove l’ecografia la fa un tecnico e poi la interpreta il medico, in Italia dobbiamo mantenere tutto il processo nelle mani di un medico”.
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