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Luigi Triggiani: “Così facciamo crescere le imprese pugliesi nel mercato americano”

Al Fancy Food Show di New York, il Segretario Generale di Unioncamere Puglia racconta le strategie messe in campo per sostenere l’internazionalizzazione delle imprese agroalimentari della regione. Dalla “nursery” delle aziende alle ricadute economiche e sociali del comparto food, passando per il valore del turismo e i nuovi consumatori americani alla ricerca di autenticità.

Segretario, iniziamo dalla Fiera di Puglia.

Parliamo proprio della Fiera di Puglia. Io sono il Segretario Generale, non il Presidente — e sono contento di esserlo. I Presidenti cambiano spesso, ma noi siamo umili lavoratori.

Lei è il Segretario Generale di Unioncamere Puglia. Devo dire che per me la Puglia è quasi una seconda regione natale, e la Puglia presenta delle eccellenze incredibili nel campo del food.

Insieme alla Campania, che ha probabilmente un valore doppio dal punto di vista della produzione del trasformato. Quindi prima la Campania, poi la Puglia. Però sì, è vero. Se vuoi, lo diciamo così…

Qui al Fancy Food Show c’è un paniere di altissima qualità e grande varietà di aziende pugliesi. Quali strumenti ha messo in campo Unioncamere Puglia per supportare queste aziende ad arrivare qui, negli Stati Uniti?

L’obiettivo è farle crescere, evolversi, conquistare spazi più grandi. La nostra missione è essere una sorta di “nursery” per le aziende: quando raggiungono una presenza stabile, magari partecipano da sole o smettono di partecipare a questa fiera. Ma questa resta la fiera più importante sul mercato delle Americhe, e le imprese lo sanno. Vengono con noi, ma non riusciamo mai ad avere abbastanza spazio per tutte.

Naturalmente non facciamo solo questo. Qualche mese fa, ad esempio, abbiamo ospitato buyer di una grande istituzione statunitense. Tutto quello che facciamo lo realizziamo insieme alla Regione Puglia, grazie anche al suo contributo economico. L’iniziativa è andata molto bene e siamo fiduciosi.

Il mercato degli Stati Uniti è, da qualche anno, il primo mercato in termini di trend. Speriamo che le incertezze congiunturali si dissolvano, perché c’è tanto lavoro da fare. La cosa più interessante è che le aziende crescono. E noi abbiamo bisogno di aziende medie, che possano strutturarsi anche grazie a questo mercato.

I dati, al momento, sono confortanti?

Assolutamente sì. I dati del food pugliese sono molto interessanti. E hanno anche un’implicazione sociale, perché si portano dietro il primario, l’agricoltura: quindi la tenuta del territorio, sia dal punto di vista ambientale che sociale.

Ma sono interessanti anche sul piano economico: abbiamo migliaia di imprese, e una produzione agroalimentare che probabilmente sfiora i 10 miliardi di euro. È un comparto davvero strategico.

Il consumatore americano è sempre più attento alla tradizione, ai valori, ai sapori originali. Come supportate le aziende nella comunicazione di questi valori al pubblico statunitense?

Questa è un’evoluzione molto interessante, forse la più significativa. Fino a qualche anno fa, questa fiera si giocava tutta su una sola leva: il prezzo. Oggi non è più così. Da qualche anno, il consumatore americano comincia a chiedere qualità, autenticità.

E in questo, posso dirlo con un po’ di presunzione, siamo avvantaggiati. Perché i nostri produttori sono innamorati del loro prodotto, del processo con cui lo realizzano. È un vantaggio competitivo che ci fa ben sperare per il futuro.

La Puglia è ormai vista anche dagli americani come una delle principali terre di eccellenza. Quali iniziative state sostenendo per aiutare le aziende a sfruttare questa occasione unica?

La Puglia oggi si avvantaggia di una forte politica di promozione turistica. Solo negli aeroporti arrivano ogni anno non meno di 10 milioni di turisti. E da un mese è attivo anche un volo diretto Bari–New York. Sono strumenti importanti, perché il turismo è un grande driver per la diffusione delle tipicità regionali.

Sono strumenti di sistema: ognuno fa la sua parte. Le Camere di Commercio, Unioncamere Puglia, sono qui con la Regione. E si sta investendo — e i risultati già si vedono.

Perfetto. Grazie per essere stato con noi. Ci rivediamo allora con ancora più aziende alla prossima edizione del Fancy Food.

Grazie, grazie a voi.

L’articolo Luigi Triggiani: “Così facciamo crescere le imprese pugliesi nel mercato americano” proviene da IlNewyorkese.

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