ROMA (ITALPRESS) – Sono 3.536 le imprese agricole di tutti i settori e di tutte le regioni che hanno partecipato alla quinta edizione del Rapporto Agricoltura100, promosso da Reale Mutua e Confagricoltura e curato da Innovation Team, società di ricerca di MBS Consulting (Gruppo Cerved).
“Il modello agricolo, votato alla produzione, dà un contributo essenziale anche alla sostenibilità e alla sicurezza alimentare e Agricoltura100 ne è una dimostrazione. Noi, come agricoltori, contribuiamo in maniera significativa sulla sicurezza alimentare e non basta oggi essere solamente un modello produttivo, in grado di garantire la quantità, ma dobbiamo avere la forza, la capacità anche di costruire un modello agricolo che sappia essere resiliente, anche rispetto ai cambiamenti climatici, rispetto anche ai cambiamenti degli stili di vita. Quindi, in una dimensione nuova, essere estremamente sostenibili”, ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.
“I dati che emergono dal rapporto, sono la più alta dimostrazione di tutto questo e dall’analisi di AGRIcoltura100 arrivano sempre degli stimoli, degli spunti estremamente interessanti, in cui si dimostra come il modello agricolo, e chi insieme a noi come il comparto assicurativo, guarda a un modello sempre più resiliente ma sempre più attento alle necessità di tutti”, ha aggiunto.
Dal rapporto emerge che l’agricoltura italiana si conferma un settore orientato all’innovazione: circa il 70% delle imprese intervistate ha effettuato investimenti nell’ultimo anno, non solo in tecniche e macchinari, ma in quota crescente anche in attività trasformative, infrastrutture, diversificazione e marketing.
I migliori risultati riguardano la sostenibilità ambientale (che coinvolte il 58% delle imprese, erano il 49% nel 2020), la qualità e la sicurezza alimentare (64%, stabile), la qualità dello sviluppo (57% vs 49%). Due esempi: le pratiche di agricoltura di precisione (adottate dal 21% delle imprese) e l’autoproduzione di energia (19%).
Le imprese più sostenibili sono anche le più innovative: l’83% delle aziende con alto livello di sostenibilità generale ha un elevato indice di innovazione, contro una media del 39%. Circa il 60% ha investito in cinque o più ambiti (su un totale di undici) nel solo ultimo anno, il doppio della media generale.
Queste sono le imprese che ottengono i migliori risultati economici, con una produttività (misurata come fatturato per addetto) superiore del 72% rispetto a quelle con un livello iniziale o medio di sostenibilità, e una redditività (utile per addetto) quasi tripla. Inoltre, quelle più sostenibili hanno un fatturato relativo all’export oltre tre volte più elevato. Nell’edizione 2025 viene dedicato ampio spazio al tema della gestione del rischio.
Sono rischi legati soprattutto agli eventi naturali: il 73% delle imprese dichiara di aver subito danni da eventi naturali negli ultimi tre anni; di queste, la metà ha registrato danni significativi alle coltivazioni (91%), alle infrastrutture (26%), ma anche altri fenomeni come stress idrico, erosione del terreno e degradazione del suolo. Ci sono poi i fattori legati al mercato: il 61% si ritiene fortemente a rischio per l’andamento dei costi di produzione, il 55% per le oscillazioni dei prezzi di vendita, il 49% per la concorrenza extra-Ue.
“Agricoltura100 è diventato un riferimento per la sostenibilità nel mondo dell’agricoltura e premia l’impegno di quelle imprese che si contraddistinguono in questo ambito”, ha osservato Luca Filippone, direttore generale di Reale Group.
Le buone pratiche agricole rafforzano la resilienza del Paese di fronte a minacce sempre più pressanti. Il 61% delle imprese ha attivato almeno un’iniziativa di difesa attiva, in primis gestendo e razionalizzando l’acqua, curando particolarmente le modalità di lavorazione del terreno, mantenendo o costruendo barriere naturali e, in talune situazioni, prevedendo sistemi di protezione, quali ad esempio impianti antibrina e reti antigrandine.
Il ricorso a forme di difesa passiva, in primis le assicurazioni contro danni naturali e catastrofali, è invece ancora limitato e riguarda 1/3 delle imprese intervistate. Ad oggi, l’agricoltura italiana sconta una consapevolezza del rischio ancora poco sviluppata: maturare una gestione efficace, continuativa e non emergenziale dei rischi è una competenza irrinunciabile e un fattore di sostenibilità esso stesso.
– Foto Ufficio stampa Confagricoltura –
(ITALPRESS)