
In un ritornello di una celebre canzone degli anni ’90 Ligabue cantava “siam quelli là, siam quelli là, quelli tra palco e realtà”: nel pezzo il celebre cantautore emiliano, tifosissimo dell’Inter, evidenziava come nella vita del cantante la sfera personale e quella professionale finiscano per intrecciarsi fino a non riuscire a pieno e segnare un confine tra l’una e l’altra.
Nel calcio di oggi la sfera sportiva e le esigenze economiche e di marketing seguono le stessa dinamica: la sfera sportiva non è più unico e centrale paradigma del mondo calcistico (ma vale anche per tutti gli altri sport) e deve coesistere, scendendo a compromessi, con le esigenze economiche del sistema: ecco dunque che ci troviamo, senza esserne eccessivamente stupiti, nella particolare situazione di una 16ma giornata di campionato giocata a metà (o quasi), perché il 40% delle partite, 4 su 10, sono state rinviate per permettere a Napoli, Bologna, Milan e Inter di giocarsi la Supercoppa Italiana.
In Arabia Saudita, a Riyad per la precisione, epicentro della nuova ricchezza sportiva mondiale grazie agli investimenti (illimitati) che il Fondo Sovrano Saudita PIF sta mettendo sul piatto negli ultimi anni, frutto di una precisa strategia di diversificazione del business in vista della dismissione del business del petrolio nei prossimi decenni (forse prima).
A Riyad la Finale di Supercoppa Italiana si giocherà lunedì, perché nella pianificazione del calendario la Lega Calcio ha avuto il buonsenso di non sovrapporre negli stessi giorni Campionato e Supercoppa, gestendo il mini torneo con le semifinali tra giovedì e venerdì e la finalissima il lunedì successivo, in modo da poter spalmare su sabato e domenica le 6 partite di campionato che si giocheranno regolarmente.
I verdetti delle semifinali hanno ripristinato una certa giustizia sportiva, dato che ad accedere alla Finale di Supercoppa sono state il Napoli (che ha battuto il Milan per 2-0), vale a dire la squadra vincitrice della Serie A la scorsa stagione, e il Bologna (che ha superato l’Inter ai rigori), vale a dire la squadra vincitrice della Coppa Italia la scorsa stagione.
Con apprezzabile onestà intellettuale l’allenatore dell’Inter Chivu, in fase di presentazione della sfida coi felsinei, aveva sottolineato proprio come la sua squadra avesse avuto accesso alla Supercoppa per merito del cambio del format (da 2 a 4 squadre) e non per meriti sportivi: la vittoria del Bologna di Italiano ai calci di rigore sull’Inter di Chivu (e di Ligabue, per riprendere la citazione iniziale) ha dunque ripristinato l’ordine naturale delle cose, con la Supercoppa che verrà contesa dalle due squadre italiane che, la scorsa stagione, hanno effettivamente alzato un trofeo.
In Italia il week end di Serie A rimane, come detto, poco meno che dimezzato in termini di partite giocate ma propone, proprio questa sera, una delle sfide storicamente più sentite e ricche di storie, incroci, aneddoti e risvolti, spesso tremendamente polemici: Juventus-Roma.
Una partita che non ha bisogno di grandi presentazioni, neanche per chi ci segue e ci legge, con grande passione, dagli Stati Uniti. Tutti conoscono le storie iconiche che si sono cristallizzate nella memoria collettiva, come il famigerato gol annullato a Turone, l’episodio di Aldair con il guardalinee, il rigore negato a Gautieri per un fallo clamoroso di Dechamps: tutti episodi che oggi, in epoca Var, avrebbero avuto esiti diversi e, probabilmente, code polemiche differenti.
Episodi iconici al pari dei gesti tecnici e delle gesta eroiche dei protagonisti in campo, come per esempio i gol di del Piero, spesso protagonista assoluto della sfida, o le reti in rimonta di Nakata e Montella nella sfida decisiva per lo scudetto del 2001. Fino ad arrivare alle parate di Buffon, sempre decisivo, e al gol di Rise al 93’ a gennaio del 2010, che valse una clamorosa vittoria in rimonta per la Roma di Ranieri, proiettata ad una rincorsa scudetto impensabile sull’Inter, interrotta proprio sul più bello.
Juventus-Roma non sarà mai una partita come tutte le altre. Negli Anni ’80 è stata “La sfida” per antonomasia, una sfida che si è rinnovata negli anni 2000 e che, oggi, vivrà di nuovi spunti e suggestivi incroci.
Come quelli sulle rispettive panchine: da una parte Spalletti, l’uomo che ha fatto tornare la Roma grande dopo i fasti dell’ultimo scudetto, dall’altra Gasperini, un uomo Juventus che, la scorsa estate, ha però preferito scegliere di sedersi sulla panchina della Roma piuttosto che accettare la proposta bianconera.
“Perché era la sfida più difficile” ha commentato Gasperini in conferenza stampa. Non è difficile, invece, prevedere una sfida ad alta intensità, fatta di duelli ma anche di grandi giocate.
Prepariamoci a goderci un grande sabato sera: c’è Juventus-Roma.
L’articolo Quelli tra Italia e Riyad proviene da IlNewyorkese.