ROMA (ITALPRESS) – Marine litter e inquinamento da plastica sono tra le maggiori sfide ambientali più urgenti del nostro tempo, implicano impatti devastanti sui delicati equilibri degli ecosistemi marini e con rischi scientificamente provati per la salute umana. L’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) nel report “The Mediterranean: mare plasticum”, ha stimato che nel Mediterraneo si siano accumulate oltre un milione di tonnellate di plastica di cui, galleggiante, ben 3.670 tonnellate, con 730 tonnellate rilasciate ogni giorno.
Oltre l’enorme quantità è anche la sua persistenza ad essere allarmante. La maggior parte degli oggetti in plastica, infatti, si degrada in frammenti sempre più piccoli sicché nel Mare Nostrum fluttua la sorprendente quantità di 64 milioni di microplastiche per chilometro quadrato. Oltre 100.000 sono le tonnellate di reti e attrezzi da pesca abbandonati ogni anno, un gesto criminale che va ad aggravare le già profonde ferite inferte ai fondali.
Per sensibilizzare contro ogni forma di inquinamento dei mari e dei bacini idrografici, e per sollecitare sforzi concertati da parte di Istituzioni, realtà ambientaliste e imprenditoriali, riparte Mediterraneo da remare #NoLitter e #PlasticFree, la campagna promossa dalla Fondazione UniVerde in collaborazione con Fondazione Marevivo, con l’adesione del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, con il prestigioso patrocinio di UNEP/MAP – United Nations Environment Programme / Mediterranean Action Plan, in collaborazione con la Federazione Italiana Canoa e Kayak e con Almaviva in qualità di campaign partner.
L’evento di lancio della XV edizione, che si è svolto questa mattina a Roma presso l’hotel The Hive, intende anche aderire ai festeggiamenti per il 50° Anniversario UNEP/MAP, il Piano d’Azione per il Mediterraneo (MAP) promosso dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, di cui la Fondazione UniVerde e la Fondazione Marevivo sono partner. Un anniversario importantissimo e che coincide con i 30 anni dalla Convenzione di Barcellona post-Rio. La campagna MDR 2025 è supportata dai partners ICO – Gruppo Sphere Italia, Seas Geosciences, Castalia e Marnavi e dai partners tecnici Lega Navale Italiana – Sezione Lido di Ostia e Tevere Day.
Ha aperto i lavori Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde: “Affrontare questa crisi ambientale richiede un approccio che integri chiari ed adeguati quadri giuridici, innovazione tecnologica, ricerca scientifica e un cambiamento radicale nelle nostre abitudini di consumo – ha detto -. È allarmante che recenti studi abbiano rilevato microplastiche persino nella placenta umana e altri abbiano evidenziato che la loro ingestione, attraverso il cibo contaminato, può causare lo sviluppo di tumori. Occorre invertire questa tendenza prima che i danni siano irreversibili e la tecnologia, soprattutto italiana, è dalla nostra parte, come i sistemi di monitoraggio e controllo dallo spazio. E ancora, imprese che producono contenitori riutilizzabili di qualità o borracce termiche, al posto di infinite quantità di bottigliette di plastica monouso, l’applicazione dell’ingegneria sottomarina nell’installazione delle strutture eoliche offshore galleggianti, sostenibili e rispettose degli ecosistemi marini, che non comportano trivellazioni del fondale ma solo un sistema di ormeggi”
“Dalle barriere galleggianti per la raccolta dei rifiuti lungo i fiumi, ai dissalatori mobili marini che disperdono gradualmente la salamoia durante la navigazione e consentono di evitare una moltiplicazione di impianti fissi e fortemente impattanti, soprattutto negli arcipelaghi. Quelle presentate oggi – ha aggiunto – sono solo alcune valide risposte alle esigenze di tutela di mare e delle coste. Le soluzioni per la salute dei mari, della biodiversità e di noi stessi esseri umani partono dalla terraferma, da una sana riprogettazione del nostro modo di produrre e consumare, ponendo fine alla dipendenza dagli articoli monouso e incentivando invece le buone pratiche di economia circolare”. Per Carmen Di Penta, direttore Generale della Fondazione Marevivo, “stiamo distruggendo un patrimonio inestimabile senza neanche conoscerlo. Oltre l’80% dei fondali marini e il 98% di quelli abissali sono inesplorati, ma sempre aggrediti. Per questo oggi è fondamentale e urgente promuovere e diffondere la conoscenza a tutti i livelli, poiché senza una trasformazione culturale non è possibile arrivare a vincere la sfida epocale che vede coniugati sviluppo economico e tutela ambientale”.
Andrea Abodi (Ministro per lo Sport e i Giovani): “L’acqua è un elemento indispensabile, di vita, e lo sport può essere strumento di promozione di iniziative come quelle che vengono lanciate sistematicamente per mantenere vivo il mare. I grandi avvenimenti sportivi, come l’America’s Cup, possono contribuire a essere un veicolo di ulteriore promozione di una relazione virtuosa, sana, positiva, propositiva e attiva con il mare. Non dobbiamo dimenticare poi il fattore educativo in senso generale, a partire dalla scuola, e infatti non è un caso che ai Giochi della Gioventù abbiamo associato lo sport a elementi che contribuiscono al benessere e all’alfabetizzazione civica di ragazzi e ragazze”. Per l’ammiraglio Sergio Liardo, Vice Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera, “Mediterraneo da remare, questa campagna promossa da Fondazione UniVerde in collaborazione con Fondazione Marevivo, è un’iniziativa che si lega intrinsecamente al nostro ruolo di Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, perché i suoi obiettivi sono i nostri obiettivi. Mediterraneo da remare si propone di contrastare ogni forma di inquinamento dei mari e dei bacini idrografici, con un’attenzione particolare, e direi doverosa, a quello da plastiche. Questo è un tema che ci vede in prima linea ogni giorno, con le nostre attività operative e di prevenzione. Ma questa campagna va oltre il semplice contrasto all’inquinamento, è un invito a riscoprire la bellezza del nostro patrimonio naturale in armonia con esso. Ed è qui che entra in gioco l’anima più suggestiva di Mediterraneo da remare: il richiamo a incentivare l’uso di natanti ecologici. È un messaggio potente, che ci ricorda che la vera scoperta avviene quando ci si muove in sintonia con l’ambiente, senza turbarlo. Il nostro impegno come Guardia Costiera in Mediterraneo da remare è un impegno operativo, fatto di controlli e interventi, ma è anche un impegno di sensibilizzazione, di educazione, di partnership’”.
“Siamo convinti – ha sottolineato – che solo attraverso un’azione congiunta, che coinvolga istituzioni, sportivi, giovani e l’intera collettività, possiamo sperare di preservare la bellezza e la salute del nostro Mediterraneo per le generazioni future”. Alberto Tripi, Presidente di Almaviva, ha spiegato che ‘l’acqua è una risorsa preziosa, fondamentale per la vita, ed è anche un diritto universale che va tutelato e valorizzato. In Almaviva siamo impegnati a supportare operatori, aziende e istituzioni nella gestione intelligente e sostenibile delle risorse idriche, con soluzioni digitali avanzate per migliorare il monitoraggio, l’ottimizzazione e la resilienza dei sistemi, ridurre le perdite idriche, promuovere un uso responsabile ed efficiente delle risorse. Come impresa che ha a cuore l’ambiente, e come protagonisti digitali, partecipiamo inoltre, con diversi partner, ad iniziative per la difesa di mare e fiumi e contro la dispersione di plastica”.
Fodé Seck (Ambasciatore al Ministero Affari Esteri del Senegal e Amministratore Generale Foundation “Mame Mor Anta Saly pour le développement”) ha illustrato il progetto innovativo che punta a ridurre l’inquinamento da plastica nella baia di Hann a Dakar, una distesa di sabbia fine di circa 20 chilometri. Un tempo annoverata tra le 10 baie più belle del mondo, oggi è gravemente degradata dall’accumulo di rifiuti plastici, in particolare, dagli scarichi industriali e dallo sversamento di acque reflue: “500.000 abitanti delle 8 comunità rivierasche della baia saranno sensibilizzate sull’importanza della riduzione dell’uso della plastica e della tutela degli ecosistemi marini; 15 associazioni locali beneficeranno di un rafforzamento delle capacità sulla tematica della gestione dei rifiuti e altre 5 di supporto tecnico e finanziario per realizzare azioni in autonomia; infine, 300 persone residenti nei 3 siti pilota selezionati, usufruiranno di competenze operative in materia di riduzione dell’inquinamento da plastica per potenziare regole di controllo, riciclo e sensibilizzazione”.
Hanno fatto seguito gli interventi di Ilaria Venturini Fendi (Designer di moda sostenibile) che, in videomessaggio, ha ricordato che “la moda è parte integrante del nostro essere. L’abbigliarsi è un bisogno radicato da millenni e non risponde solo alla necessità di coprirsi quanto piuttosto a quella di distinguersi, di identificarsi. È importante educare la collettività affinché tutti siano più rispettosi e consapevoli ma è ancora più urgente e importante introdurre leggi molto rigorose e precise e controlli sulla loro applicazione. Il fast fashion e tutto il settore dell’abbigliamento sportivo utilizzano, ad esempio, fibre sintetiche. Non è difficile capire che meno costano i capi e meno ci si occupa di renderli sicuri. Dal 2006 ho creato il brand Carmina campus, un progetto di moda ecosostenibile che unisce i valori del lusso e della bellezza alla responsabilità sociale d’impresa utilizzando materiali di riciclo, scarti e rifiuti dando loro una seconda vita e contrastando, al contempo, lo spreco delle risorse”.
È inoltre intervenuto Bruno Mascarenhas (Campione olimpico di canottaggio e Testimonial della campagna #MediterraneoDaRemare) che ha ricordato come l’educazione agli sport nella natura non possa prescindere dall’educazione ambientale, e tanti sono i giovani che vengono avviati alla pratica del canottaggio, della canoa, del kayak e della vela imparando prima di tutto a rispettare ecosistemi e habitat acquatici. Gennaro Cirillo (Delegato della Federazione Italiana Canoa e Kayak – FICK alla campagna Mediterraneo da remare) ha evidenziato che ‘la Federazione Italiana Canoa e Kayak è lieta di essere partner della campagna Mediterraneo da remare e per la sua migliore riuscita, coinvolgeremo le tante società di canoa, presenti su laghi, fiumi e mari d’Italia. Dal 20 al 24 agosto prossimi si disputerà a Milano, il primo Campionato del Mondo di Canoa che sarà il primo evento internazionale all’insegna della sostenibilità”.
A seguire, sono state presentate le best practice per la tutela del mare, con gli interventi di: Mario Gianfelici (Amministratore Delegato di ICO, Gruppo Sphere Italia): “Abbiamo voluto contribuire a sostenere questa iniziativa, Mediterraneo da remare, che ha il nobile obiettivo di sensibilizzare la collettività e le coscienze alla tutela del mare e allo sviluppo di un turismo sostenibile. Tutti sappiamo che il mare è la nostra vita e che copre il 70% della superficie terreste. Auspichiamo che la battaglia portata avanti dalla Fondazione UniVerde e dalla Fondazione Marevivo abbia sempre un maggiore impulso e vigore. Noi ci siamo e cercheremo di fare la nostra parte”. Paolo Casciotti (Presidente di Seas Geosciences, azienda globale con sede negli Stati Uniti specializzata nella salute degli oceani, con una presenza crescente in Italia) in un messaggio letto alla platea dal Presidente della Fondazione UniVerde, Alfonso Pecoraro Scanio, ha ricordato “le specialità delle strutture italiane in espansione di Seas e della nave geotecnica personalizzata: indagini offshore e ingegneria sottomarina, in acque profonde del Mediterraneo, sostenibili e rispettose degli ecosistemi marini. Come parte dell’Alaska Native Corporation Sealaska, i profitti di Seas sostengono direttamente migliaia di azionisti e comunità native dell’Alaska”.
Stefano Casu (CIO di Castalia): “La presenza di microplastiche rappresenta oggi una delle minacce più subdole per la salute dei nostri mari. Circa l’80% della plastica in mare proviene dai corsi d’acqua, in particolare da quelli che attraversano i grandi centri urbani: se non intercettati per tempo, questi materiali vengono rapidamente frammentati dall’energia marina trasformandosi in microplastiche. Per rispondere a questa emergenza, Castalia ha sviluppato e implementato, già da diversi anni, sistemi di barriere galleggianti posizionati alla foce dei fiumi, proprio per intercettare i rifiuti plastici prima che raggiungano il mare aperto. Questo approccio ha permesso di prevenire l’immissione di ingenti quantità di plastica nell’ambiente marino. Parallelamente alle azioni di prevenzione, siamo impegnati nel ripristino dei fondali attraverso progetti come GhostNets, promosso da ISPRA in collaborazione con Fondazione Marevivo e CoNISMa, grazie al quale abbiamo monitorato oltre 400.000 m² di fondale e recuperato quasi 6 tonnellate di attrezzi da pesca abbandonati. Tutte queste attività si affiancano all’operato quotidiano della nostra flotta nell’ambito del Servizio Nazionale Antinquinamento, svolto per conto del Ministero dell’Ambiente, per contrastare eventuali sversamenti di idrocarburi. In questa direzione, abbiamo avviato un piano di ammodernamento della flotta e investito in nuove tecnologie che ci consentiranno interventi sempre più efficaci e tempestivi”.
Francesco Aliberti (Già Professore presso il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e Consulente di Marnavi): “È da tutti riconosciuto che il Mediterraneo è un unicum di biodiversità da salvaguardare, proteggere e valorizzare; è anche il mare più esposto a rischi legati alla elevata numerosità delle popolazioni rivierasche ed all’intensa industrializzazione delle sue coste. A tutto ciò oggi si aggiunge il rischio legato alla dissalazione, industria in attivo sviluppo. Sono ben noti i rischi per la salute del consumo d’acqua dissalata, come pure l’impatto sull’ambiente marino della salamoia, entrambi gravi e caratterizzati da essere subdoli, svelabili solo in tempi lunghi. È quindi fondamentale attuare opere di prevenzione di mitigazione. L’utilizzo di una ‘nave dissalatore’, nave attrezzata con dissalatore a bordo, ne è un brillante esempio. Infatti, ha impatto nullo perché opera in movimento, non scarica i prodotti chimici utilizzati per la manutenzione e sostituisce diversi impianti costruiti, ad esempio, nelle realtà isolane; realtà insite in mari protetti e particolarmente fragili sotto l’aspetto ambientale. La normativa, in proposito non aiuta avendo eliminato la necessità di Valutazione di impatto ambientale proprio per i dissalatori di limitata portata, quelli progettati per le piccole isole”.
– foto ufficio stampa UniVerde –
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