La Serie A quest’anno è sinonimo imprevedibilità. Gli stravolgimenti sono all’orine del giorno, pensiamo all’Atalanta, che davamo in caduta libera alla vigilia dello scontro diretto in casa contro il lanciatissimo Bologna di Italiano e che, invece, con il netto 2-0 sui felsinei ha rilanciato prepotentemente la propria candidatura Champions.
La Juventus di Thiago Motta, dopo essere uscita (nell’ordine) dalla Champions League, dalla Coppa Italia e dalla lotta scudetto, sembrava destinata a uscire mestamente anche dalla corsa Champions, ma l’arrivo di Tudor, che ha portato 7 punti in 3 partite, ha proiettato i bianconeri al quarto posto solitario in classifica: poco importa se la Juve ancora non convince del tutto, a far fede è solo la classifica che, ad oggi, premia la scelta societaria di abbandonare il progetto Motta prima del termine della stagione. Poi, si sa, “del doman non v’è certezza”…a maggior ragione se si parla di questo campionato.
La Fiorentina non riesce proprio a trovare continuità di rendimento e continua a passare da grandi exploit, come la vittoria di Bergamo o la netta vittoria casalinga sulla Juve, che è costata la panchina a Motta, a passaggi a vuoto: contro il Parma non è riuscita ad andare oltre uno scialbo 0-0 casalingo, perdendo un’ottima occasione per accorciare sulla zona Champions.
La Roma, per fare un altro esempio, sembra aver esaurito l’abbrivio che l’ha portata, grazie ad un filotto di 7 vittorie consecutive, a lottare per il quarto posto: rimangono i 16 risultati utili consecutivi (striscia aperta), con l’ultima sconfitta datata esattamente 4 mesi fa, il 15 dicembre a Como, ma la sensazione è che l’infortunio di Dybala e una rosa non all’altezza delle squadre che in questo momento le stanno davanti possano aver frenato la rincorsa strepitosa della squadra di Ranieri. Emblematici sono stati gli ultimi due incontri, due scontri diretti contro Juve e Lazio: in entrambe le partite la Roma ha dimostrato di essere meno brillante, sia dal punto di vista del gioco che della forma fisica, degli avversari e in entrambi i casi è stata costretta a rincorrere da situazione di svantaggio per evitare la sconfitta.
Dal derby della capitale di domenica sera esce una Roma tutto sommato ridimensionata: non ha approfittato delle fatiche di Coppa della Lazio, che era reduce dalla trasferta norvegese di Europa League, che avevano fatto pensare ad una squadra giallorossa favorita nel derby, ed anzi per larghi tratti sembrava fosse più affaticata della rivale cittadina. La partita, nel complesso, è stata deludente: nervosa, a tratti spigolosa, con tante sceneggiate, da ambo le parti, e poche giocate. Più Lazio che Roma, come dicevamo, ma dal canto suo la Lazio non ha saputo tramutare il predominio territoriale in 3 punti per demeriti propri e per le straordinarie parate di Svilar, che oggi probabilmente è il portiere più forte e completo della Serie A: fa riflettere, in chiave futura, la fatica che sta riscontrando la società giallorossa ad accontentare le legittime richieste economiche del portiere belga naturalizzato serbo, con il quale è aperto da mesi un discorso per il rinnovo che, colpevolmente, non è ancora stato chiuso dalla dirigenza. Le sirene per il portierone della Roma cominiano a diventare tante, la società è avvisata.
Un tempo riecheggiava a San Siro l’inno nerazzurro “Pazza Inter amala”, colonna sonora dei fasti del triplete ma anche dei meno fastosi anni successivi, tanto che Antonio Conte, una volta arrivato alla guida dei nerazzurri, pretese di dismettere quelle note: l’Inter non avrebbe dovuto più essere “pazza”, ma solida. Oggi quell’inno potrebbe essere riadattato, con alcuni preziosi accorgimenti lessicali, al Milan: la squadra di Coincecao, data forse troppo presto per morta e sepolta, ha dato segnali più che incoraggianti nel match esterno contro l’Udinese, spazzata via con un netto 4-0. La rosa del Milan è decisamente da primi 4 posti e i rossoneri, che hanno già alzato la Supercoppa a Riad, sono ancora in corsa per vincere anche la Coppa Italia. In una stagione che ha già visto l’esonero di Fonseca e tanti (troppi) passaggi a vuoto, e al termine della quale anche il futuro di Conceicao sembrava segnato fino a due settimane fa, il Milan potrebbe alzare 2 trofei e qualificarsi di nuovo per l’’Europa, da vedere quale ovviamente…Oggi il futuro del tecnico portoghese non sembra più così scontato.
Per nulla scontata neanche la lotta salvezza: il Venezia, che sulla carta sembra la squadra meno attrezzata della Serie A, sta facendo un piccolo miracolo rimanendo in linea di galleggiamento, grazie ad un’infinità di pareggi e, soprattutto, grazie alla vittoria nello scontro diretto di sabato col Monza, che invece appare oggi spacciato. Di Francesco potrebbe chiudere la striscia di negatività iniziata con l’esonero alla Roma nel 2019 e continuata in questi ultimi anni fino alla retrocessione all’ultima giornata con il Frosinone l’anno scorso.
Nessun stravolgimento, invece, nella lotta scudetto: è sempre più affare a due tra Inter e Napoli. L’Inter ha la rosa di gran lunga più forte della Serie A ma è ancora impegnata su 3 fronti: i prossimi impegni in Champions, con Bayern Monaco, e in semifinale di Coppa Italia, contro il Milan, rappresentano non solo una straordinaria opportunità, per una squadra che punta dichiaratamente a bissare il Triplete del 2010, ma anche una grande distrazione in chiave campionato. Inzaghi dovrà raschiare il fondo del barile alla ricerca delle energie fisiche e mentali per non lasciare niente sul piatto. Il Napoli di Conte, dal canto suo, ha davanti a sé un calendario assolutamente abbordabile, senza più big match da affrontare da qui a fine stagione, e non dovrà disperdere le proprie energie in altre competizioni: difficile dire, ad oggi, chi sia la favorita per la vittoria finale, ma sicuramente entrambe cercheranno fino alla fine di vincere.
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