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Serie  A: Juve e Milan si annullano, Roma e Napoli sole al comando

Seconda pausa del campionato ed è già tempo di primi bilanci in Serie  A. Premessa d’obbligo: si tratta di prime indicazioni, la stagione è ancora lunghissima, basti pensare che sono state giocate appena il 15% delle partite in Serie A, manca un enorme 85%.

Il big match della sesta giornata, allo Stadium di Torino, non è stato un grande spot per il calcio italiano. Juventus e Milan si sono studiate a lungo, senza affondare, finendo per perdere ritmo, soprattutto in un primo tempo bloccato e, sostanzialmente, noioso.

Nella ripresa la gara si è leggermente accesa nel momento in cui le due squadre hanno perso un po’ le distanze tra i reparti, allungandosi: la sveglia l’ha suonata, in un certo senso, il rigore per il Milan, sbagliato da Pulisic al 53’. Dopo quell’episodio chiave il match ha cambiato, sia pur tardivamente, spartito: è  stato come se entrambe le squadre avessero realizzato, all’improvviso, che ci sarebbe stato il rischio, a causa di un episodio, di perdere la partita senza aver neanche provato a giocarla. A quel punto, tanto valeva provarci. Peccato che non sia suonata prima, quella sveglia, perché l’ultima mezz’ora è stata godibile con due grandi occasioni, una per parte (Leao e Gatti).

Per la Juventus, ancora imbattuta al pari dell’Atalanta, si  tratta del terzo pareggio consecutivo: l’ombra della “pareggite”, che aveva portato la scorsa stagione a ribattezzare Thiago Motta Mister X, incombe di nuovo sul mondo bianconero. Paradossale per una squadra il cui claim societario è un poco decuberteiniano “Vincere è l’unica cosa che conta”.

In quanto a segni X in schedina l’Atalanta di Juric non è seconda a nessuno, avendo pareggiato 4 delle 6 partite giocate: il pareggio nel calcio, matematica alla mano, equivale a “due terzi” di sconfitta, infatti la Dea, nonostante sia ancora imbattuta, è solo sesta in classifica, a pari punti col Bologna, e ha già perso 5 punti dalla vetta in appena 6  partite.

La classifica è ancora corta, con 5 squadre in 3 punti. Al comando ci sono, e ci saranno per almeno due settimane visto la sosta, Napoli e Roma. Se la squadra di Conte era, alla vigilia, tra le grandi favorite nella lotta scudetto, la grande sorpresa di questo avvio di stagione è la Roma di Gasperini.

Le due capoliste hanno in comune la caratteristica di non aver convinto fino in fondo nelle prime 6 giornate ma di aver comunque capitalizzato al meglio, raccogliendo 15 dei 18 punti a disposizione.

Il Napoli è passato alla cassa 5 volte su 6 grazie ad una fase offensiva convincente, che ha mascherato le lacune difensive (dovute anche ai tanti infortuni nel reparto arretrato): per i partenopei registriamo il secondo attacco del campionato, a quota 12 gol fatti, dietro solo all’Inter (17), con una media esatta di 2 gol segnati a partita.

Viceversa la Roma ha vinto 5 delle 6 gare giocate facendo leva su una fase difensiva quasi impenetrabile: i giallorossi sono la prima difesa della Serie A, avendo concesso solo 2 gol, uno ogni 3 partite, con 4 clean sheet. Questo anche e soprattutto grazie ad un portiere forte ed affidabile, Svilar, che è stato in grado di blindare la propria porta anche nelle (poche) occasioni in cui la  difesa ha sbandato.

Il big match dell’Olimpico contro la corazzata Inter, al ritorno dalla sosta, ci dirà qualcosa in più su questa Roma, che ha recuperato a Firenze Dybala dopo quasi un mese e che si propone come outsider nella lotta al vertice. Per adesso senza ambizioni di scudetto ma, si sa, l’appetito vien mangiando…Pensiamo al cammino del Napoli nella scorsa stagione.

A proposito di Inter, la squadra di Chivu è  sembrata in netta ripresa dopo due passaggi a vuoto, consecutivi e inaspettati, a cavallo tra la seconda e la terza giornata: sono arrivate 3 vittorie consecutive, che pareggiano l’identica striscia aperta della Roma, consacrando nerazzurri e giallorossi come le squadre più in forma del campionato. Questo rende Roma-Inter del 18 ottobre ancora più interessante.

Passando alle note dolenti di questo avvio di stagione, certamente ha deluso molto la Lazio di Sarri, che ha perso la metà delle gare giocate, tra le quali anche il derby contro la Roma, non una partita come tutte le altre per l’ambiente. I noti problemi legati al mercato bloccato e ad una rosa non rinforzata, come invece sarebbe servito (per quanto il ritorno dal prestito di Cancellieri sia equiparabile ad un nuovo acquisto, per l’impatto dell’esterno sulla squadra) hanno inasprito l’ambiente e soffocato l’iniziale entusiasmo dei tifosi per il riorno di Sarri. Il resto l’hanno fatto i risultati, soprattutto quello nella  stracittadina.

La squadra più deludente di questo avvio di stagione, tuttavia, è stata di gran lunga la Fiorentina di Pioli: nessuna vittoria, 3 pareggi e 3 sconfitte per la Viola, che sognava di diventare definitivamente grande e che invece, in questo avvio, si è scoperta maledettamente piccola. Le prossime 3 gare, difficilissime, contro Milan, Bologna e Inter, potrebbero segnare la rinascita di Pioli o il suo tracollo definitivo: all or nothing…

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