
Il Rapporto restituisce l’immagine di un Paese che ancora non sta marciando con il passo giusto sulla via della transizione energetica e che paga i costi sempre più salati degli impatti crescenti della crisi climatica.
Crescono infatti gli eventi climatici estremi, dai 3.400 del 2023, siamo saliti a 3.631 – di cui oltre 1.600 episodi di piogge intense, mille raffiche di vento, quasi 700 grandinate e oltre 300 tornado.
Ma non solo, la temperatura ha raggiunto un aumento di 1,5 °C rispetto alla media 1991-2020, contro una media mondiale di circa +0,65.
L’unico ambito della transizione energetica su cui si può promuovere l’Italia – ma non a pieni voti – è quello delle rinnovabili, con eolico e solare che insieme hanno raggiunto +7,5 GW di nuovi impianti installati, un salto in avanti rispetto ai 5,7 GW del 2023 ma ancora lontano dagli oltre 10 GW all’anno che sarebbero necessari per conseguire i target 2030.
Ed è grazie alla crescita delle rinnovabili degli ultimi tre anni, che nel 2024 hanno rappresentato il 49% della produzione nazionale, che l’Italia è riuscita (in soli due anni) a tagliare di 7 punti percentuali la dipendenza energetica dall’estero (passata dal 79% del 2022 al 72% nel 2024) riducendo così le importazioni dei costosi combustibili fossili.
“La pagella 2024 per l’Italia, purtroppo, presenta poche luci e tante ombre. Tuttavia, una di queste luci ci restituisce anche un insegnamento importante – afferma Andrea Barbabella, Responsabile scientifico di Italy for Climate- la crescita delle installazioni di impianti di generazione elettrica da fonti rinnovabili non è un dato positivo solo per il clima, ma anche per la nostra sicurezza e per la nostra economia: in un paio di anni appena abbiamo installato impianti eolici e fotovoltaici in grado di produrre, ogni anno da qui ai prossimi 15-20 anni, circa 16 miliardi di kWh”.
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