MILANO (ITALPRESS) – A breve inizierà quello che oltreoceano hanno definito la “decade americana” dello sport. Passando dalle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026, gli Stati Uniti ospiteranno nei prossimi anni un ricco di programma di eventi sportivi internazionali tra cui la Coppa del Mondo nel 2026, l’America’s Cup nel 2027, le Olimpiadi di Los Angeles nel 2028 per finire con i Giochi Invernali a Salt Lake City nello Utah nel 2034.
Una combinazione di eventi che porta con sè investimenti voluminosi che possono beneficiare le relazioni transatlantiche. Di questo si è discusso nell’ambito del convegno “Dal vento dell’America’s Cup al fuoco olimpico: lo sport come leva strategica per gli investimenti transatlantici” organizzato a Milano da AmCham Italy. Sono intervenuti Simone Crolla, Managing Director di AmCham; Alessandro Araimo, EVP & MD Italy & Iberia di Warner Bros. Discovery; Guglielmo Maisto, Partner Maisto e Associati; Paul Matiasic, Presidente Pallacanestro Trieste; Stefano Cocirio Chief Financial Officer dell’AC Milan e Leonardo Massa, Vice President Southern Europe divisione crociere Gruppo MSC.
“Gli Stati Uniti, che prendono tutto seriamente anche da un punto di vista degli impatti economici, hanno approvato un decreto legge che punta a far convergere su queste manifestazioni anche dei finanziamenti federali perché lo sport, come lo abbiamo definito nel titolo del nostro evento, è una leva strategica per attrarre capitale, per migliorare l’esistente e produrre opportunità che vanno oltre lo sport giocato”, ha affermato Crolla ricordando che “questo si riflette chiaramente sull’Europa e nello specifico anche in Italia, dove la maggior parte delle squadre di calcio che militano in Serie A sono di proprietà americana. Questo ha un impatto anche, come vediamo da vicende più attuali, sulle infrastrutture naturalmente che abilitano la manifestazione sportiva. Quindi c’è una ricaduta per cerchi concentrici che è molto importante, che va monitorata, nella quale diciamo l’expertise, il know-how e il track record degli investitori americani è sicuramente importante e da cui bisogna sicuramente attingere”.
Da notare che gli investimenti che ruotano attorno al mondo dello sport, soprattutto con i grandi eventi, vanno oltre la semplice organizzazione di una manifestazione sportiva e riguardano tutta una serie di aspetti che solo alla fine raggiungono la finalizzazione del prodotto offerto ai consumatori. Secondo Crolla, “i diritti televisivi sono parte importantissima dei bilanci dei club, ma anche tutto quello che ruota intorno all’allenamento, alla manifestazione sportiva in sé, all’infrastruttura… L’intrattenimento che deve essere organizzato intorno a queste manifestazioni è qualcosa che produce PIL e che noi più lentamente di altre economie stiamo imparando e l’esempio americano che qua sta arrivando più che in altri stati europei per motivi vari è sicuramente un’opportunità della quale dobbiamo tenere conto. In più in Italia c’è l’aspetto di empatia e di grande tifo legato a ogni tipo di manifestazione sportiva e di sport in generale. Quindi è sicuramente un fattore questo di attrazione di capitali che è secondo a nessuno”.
Sul tema dello sport come volano per gli investimenti, Guglielmo Maisto ha voluto sottolineare che “le ragioni non sono solamente economiche e di profittabilità, ma sono legate a vari fattori tra cui quello geopolitico”. “Negli anni molti investitori stranieri si sono rivolti ad altri mercati: alcuni come il Regno Unito sono molto costosi, altri invece sono chiusi perché dal punto di vista giuridico-legale non è possibile effettuare investimenti a maggioranza extracomunitaria all’interno di questi paesi. Infatti in paesi come la Germania oppure la Spagna, le società calcistiche in larga parte sono organizzate in forma di associazione e quindi non è possibile acquisire un controllo – ha spiegato – Per quanto riguarda gli investitori americani in Italia, non solo le ragioni sono da scrivere alla circostanza che i pochi mercati interessanti dal punto di vista calcistico sono chiusi per le ragioni che ho detto, ma ci sono delle ragioni anche sentimentali. Questo perché larga parte delle circa nove società (includerei anche il Canada che ha investito nel Bologna) hanno delle radici sentimentali col nostro paese e questo sicuramente ha contribuito a favorire investimenti”.
– Foto Xh7/Italpress –
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