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Vino, Spiriti e Aceti: La Filiera Italiana Resiste


ROMA (ITALPRESS) – Nonostante dazi, consumi altalenanti e incertezza globale, il settore italiano di vini e spiriti non arretra. Lo confermano i dati dell’Osservatorio Federvini, realizzato da Nomisma e TradeLab, che, analizzando l’andamento dei primi 9 mesi del 2025, racconta un 2025 più solido del previsto. Nonostante lo scenario complesso, le imprese italiane riescono a consolidare i mercati chiave e a crescere su nuove direttrici, adattandosi ai cambiamenti nelle abitudini dei consumatori. Sul fronte dell’export, gli Stati Uniti restano il mercato più delicato: dopo l’ondata di acquisti registrata a inizio anno per anticipare i dazi, le importazioni rallentano e segnano un -4,8% per il vino e un -5% per gli spiriti. Un assestamento atteso, spiegano gli analisti, che riguarda l’intero settore globale. Nonostante la frenata, il Made in Italy regge meglio dei concorrenti: l’export vinicolo cala del 2%, meno di Francia e Cile. A compensare le difficoltà americane arrivano nuove direttrici di crescita. Germania e Brasile aumentano gli acquisti di vino italiano di quasi il 9%, mentre il segmento degli aceti trova un forte rilancio in Corea del Sud, Cina e Canada. Bene anche gli spiriti in Asia: la domanda cresce in Giappone e Canada e fa un balzo eccezionale in Cina, con +94% nei primi nove mesi dell’anno. Stabilità e segnali di vivacità anche in Italia. Nei supermercati, il comparto dei vini cresce dello 0,9%, trainato da bollicine e spumanti, sempre più presenti nelle scelte dei consumatori. Positivi anche i risultati degli spiriti, sostenuti soprattutto dagli aperitivi alcolici e dai distillati. In aumento anche gli aceti, con l’Aceto Balsamico di Modena e l’aceto di mele in testa.
mgg/azn

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