VERONA (ITALPRESS) – Un confronto tra allevatori, un’occasione di scambio di opinioni, una verifica sui progressi della genomica e del benessere animale, una formula innovativa di dialogo fra mondo allevatoriale e cittadini e consumatori. Un’intensa emozione e una soddisfazione infinita in caso di vittoria. Tutto questo, e anche altro, è il Dairy Show Open Holstein, Red Holstein e Jersey, l’evento internazionale che porterà nel ring della 116^ Fieragricola, rassegna internazionale dedicata all’agricoltura in programma a Veronafiere dal 31 gennaio al 3 febbraio 2024, le più performanti bovine da latte delle razze Frisona, Red Holstein e Jersey, dove nel termine «performanti» si racchiudono più concetti, dalla sostenibilità all’animal welfare, dalla produttività alla longevità, dal ritorno economico all’etica, principio che sta alla base di ogni allevamento zootecnico che si rispetti.
Ieri pomeriggio, in un webinar organizzato da Veronafiere insieme a New Business Media – Edagricole e moderato dal giornalista Giorgio Setti, ne hanno parlato i protagonisti del Dairy Show Open Holstein, Red Holstein e Jersey, uno degli eventi zootecnici più significativi a Fieragricola, che coinvolgerà mercoledì 31 gennaio oltre 30 istituti agrari per più di mille studenti impegnati nella gara di toelettatura e di giudizio delle bovine e che culminerà con le finali della Jersey (1 febbraio) e della Holstein e Red Holstein (2 febbraio) nel ring del padiglione 10.
Fieragricola dedicherà alla zootecnia, in particolare, tre padiglioni (il 9, il 10 e il 12), restando fedele alla propria filosofia di «evento internazionale b2b con saloni verticali sulla meccanica agricola, vigneto e frutteto, Fieragricola Tech dedicata alla smart irrigation, biosolutions, digitalizzazione e IoT, robotica, energie rinnovabili», puntualizza Matteo Pasinato, sales manager di Fieragricola.
L’adrenalina comincia a salire settimane prima delle gare e «la preparazione per l’evento dura anche un anno e impegna dei team che vanno ben oltre il singolo imprenditore», spiega l’allevatore mantovano Davide Errera, protagonista da diversi anni delle mostre dedicate alla razza Holstein con una lunga carriera di premi ottenuti (vincitore per tre volte del Dairy Show, per quattro volte della Mostra Nazionale della Frisona, diverse volte Primo espositore per numero di bovine fatte sfilare nel ring).
Indubbiamente il Dairy Show Open Holstein, Red Holstein e Jersey, che taglierà il traguardo della 22^ edizione a Fieragricola 2024, rappresenta «una vetrina internazionale che promuove la sostenibilità e il benessere animale, tanto che gli allevatori presenti si impegnano a firmare un codice etico sulla gestione delle bovine», sottolinea il presidente di Anafibj, l’Associazione nazionale degli allevatori di razza Frisona, Bruna e Jersey, Fortunato Trezzi.
E se a spingere gli allevatori a prendere parte al confronto internazionale è «in primo luogo la passione», come tiene a precisare Errera, i parametri di giudizio che stanno alla base delle decisioni del giudice (nel 2024 a Fieragricola ci sarà l’americano Mike Duckett, allevatore nel Wisconsin) vanno ben oltre la bellezza estetica degli animali, nel gergo sintetizzata col termine «morfologia». Lo riassume Corrado Zilocchi, responsabile del settore Mostre per Anafibj e, a sua volta, allevatore. «I super-appassionati che selezionano le bovine sul ring sono orgogliosi di mostrare i progressi registrati dai propri animali in termini di longevità, benessere animale, produttività, funzionalità, tipo, facilità al parto, genomica, aspetto che ha permesso una rapida evoluzione degli animali, anche con riferimento alla riduzione delle emissioni – racconta Zilocchi -. Altri parametri sono legati all’indice economico e salute, aspetto centrale per gli allevatori, che hanno l’obiettivo di produrre reddito dal proprio allevamento. Un altro indice di rilievo fa riferimento alla capacità di caseificazione del latte, alla luce del fatto che in molti casi la materia prima viene valorizzata attraverso la produzione di formaggi».
La genomica ha permesso alle bovine di anticipare l’età del parto, così da aumentare produttività e longevità. «E fra i parametri oggi al centro dell’indagine ci sono gli aspetti legati alla resilienza delle bovine ai cambiamenti climatici e allo stress da caldo», illustra il presidente di Anafibj, Trezzi.
-foto ufficio stampa Veronafiere-
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